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1 novembre 2011. - Quando il re muore, non è detto che i sudditi gioiscano.
Il declino di leoni e altri grandi felini è tutt'altro che una buona notizia
per gli altri abitanti di praterie o foreste. Negli ultimi 20 anni, secondo
i dati dell'International Union for Conservation of Nature (Iucn), sono
scomparsi il 30 per cento dei leoni e oggi ne sono rimasti meno di 40mila in
libertà. Sono infatti rari gli animali che vivono al di fuori di riserve,
parchi nazionali e zoo, in regni troppo sminuzzati per mantenere alto il
potere dei loro sovrani.
La popolazione dei leopardi si è ridotta di 50mila su 750mila. Di ghepardi
un tempo se ne contavano 45mila mentre oggi 12mila mancano all'appello. Né
la loro uniformità genetica, come nelle famiglie troppo piccole in cui gli
individui si incrociano fra loro, fa ben sperare per la salute degli
esemplari del futuro. Le tigri sono ridotte a poche migliaia rispetto alle
50mila di mezzo secolo fa. Anche per loro, una vita in gabbia è diventata
ipotesi più probabile di un'esistenza in libertà. E proprio a questa specie
la "lista rossa" dell'Iucn riserva lo status peggiore fra i grandi felini,
quello di "a rischio estinzione". Posizione condivisa con il leopardo delle
nevi: intorno ai 5mila esemplari rimasti e un crollo del 20 per cento nelle
ultime due generazioni (16 anni).
"A questo ritmo rischiamo di veder estinguere i grandi felini nel giro di
10-15 anni" afferma il naturalista e documentarista Dereck Joubert a Usa
Today, probabilmente esagerando ma puntando il dito su un problema reale.
Tanto che la storica rivista National Geographic ha lanciato la sua "Big
Cats Initiative", iniziativa a favore dei grandi felini, per raccogliere
fondi e adottare misure a protezione dei grandi predatori minacciati. In
occasione di Halloween, gli aderenti all'iniziativa hanno pensato di bussare
a tutte le case chiedendo una donazione per leoni, tigri e pantere accanto
al tradizionale dolcetto.
Non sarà facile per i seguaci di Halloween combattere il ruolo delle ossa e
delle pelli dei grandi predatori nella medicina e nei rituali tradizionali
di Asia e Africa. Dalle varie parti del corpo di una tigre, un cacciatore di
frodo può ottenere un ricavo fino a 50mila dollari, calcola un'inchiesta
dello Smithsonian Magazine. In vari paesi dell'Africa, invece, per decimare
la popolazione di iene si usa spargere veleno sulle carcasse di cui si
cibano. Senza contare che all'arrivo del re degli animali le iene
terrorizzate finiscono col consegnargli la preda. Le sostanze inquinanti di
cui ci lamentiamo perché riducono la fertilità della nostra specie, poi,
agiscono anche sull'efficienza riproduttiva dei grandi felini. Ma mentre gli
uomini hanno appena raggiunto quota sette miliardi, le statistiche di leoni
e cugini sono assai più cupe.
L'uso di zanne e pelli per scopi afrodisiaci o di cura delle malattie non è
l'unica pazzia umana con cui gli animali feroci devono fare i conti. Una
decina di giorni fa in Ohio un uomo si è suicidato dopo aver liberato lo zoo
di animali esotici che conservava nel suo ranch di 30 ettari. I 56 fra leoni
(addirittura 17), tigri e orsi hanno seminato il panico fra la popolazione.
Poi ovviamente sono stati abbattuti uno dopo l'altro dalle autorità dopo una
caccia durata due giorni. Paradossalmente, sottolinea uno studio recente su
Science, non sono solo i grandi predatori delle praterie e delle foreste a
soffrire per bracconaggio e degradazione dell'habitat. Anche gli squali, i
signori dei mari, e i lupi delle montagne se la passano male. Praticamente
tutte le specie all'apice della catena alimentare sono in calo. E anche se
l'idea di un mondo dove scorra meno sangue può apparire accattivante,
rischia di causare squilibri e ripercussioni lungo tutti i piani più bassi
della catena alimentare. Creando quello che Science ha definito "l'effetto
più pervasivo creato dall'uomo ai danni della natura".
(elena dusi / repubblica.it / puntodincontro)
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1 de noviembre de 2011. - Cuando el rey muere, no necesariamente sus
súbditos se regocijan. La disminución de los leones y otros grandes felinos
es cualquier cosa menos una buena noticia para los demás habitantes de las
praderas y bosques. En los últimos 20 años, según datos de la Unión
Internacional para la Conservación de la Naturaleza (UICN), ha desaparecido
el 30 por ciento de los leones y en la actualidad quedan menos de 40 mil en
libertad. De hecho, son pocos los ejemplares que viven fuera de las
reservas, los parques nacionales y los parques zoológicos, en reinos
demasiado fragmentados para mantener alto el poder de sus reyes.
La población de leopardos se ha reducido en unos 50 mil de 750 mil. En lo
que se refiere a los guepardos, hace un tiempo había 45 mil, pero hoy faltan
12 mil de ellos. Y su uniformidad genética, como en las familias muy
pequeñas en las que los individuos se reproducen entre sí, no es un buen
augurio para la futura salud de los especímenes. Los Tigres se han reducido
a unos pocos miles en comparación con los 50 mil de medio siglo atrás. Para
ellos también, la vida en jaula se ha convertido en una hipótesis más
probable que la de de una existencia en libertad. Y precisamente a esta
especie la "lista roja" de la UICN reserva el peor estado entre los grandes
felinos: el de "en peligro de extinción". La calificación es compartida con
el leopardo de las nieves: quedan de ellos alrededor de 5 mil ejemplares con
una reducción observada del 20 por ciento en las últimas dos generaciones
(16 años).
"A este ritmo, corremos el riesgo de ver a los grandes felinos
extinguirse en 10-15 años", dice Dereck Joubert, naturalista y
documentalista, a Usa Today, probablemente exagerando, pero señalando sin
duda un problema real. Tan es así que la histórica revista National
Geographic ha lanzado su "Iniciativa para los Grandes Felinos" (big cats
initiative), un esfuerzo a favor de estas especies para recaudar fondos y
tomar medidas para proteger a los grandes depredadores en peligro de
extinción. En ocasión de Halloween, los que participan a esta propuesta han
pensado ir de casa en casa pidiendo una donación para los leones, los tigres
y las panteras junto con los dulces tradicionales.
No será fácil para los seguidores de Halloween enfrentarse al papel que
desempeñan los huesos y las pieles de los grandes depredadores en la
medicina y en los rituales tradicionales de Asia y África. De las diversas
partes del cuerpo de un tigre, un cazador furtivo puede obtener hasta 50 mil
dólares de ingresos, estima una investigación de la revista Smithsonian
Magazine. En varios países africanos, por otro lado, para diezmar a la
población de hienas se acostumbra esparcir veneno en los cadáveres que
consumen. Y a la llegada del rey de la selva las hienas, por miedo, terminan
entregándole la presa. Los contaminantes de los cuales nos quejamos ya que
reducen la fertilidad de nuestra especie también actúan negativamente sobre
la eficiencia reproductiva de los grandes felinos. Pero mientras que los
humanos acabamos de llegar a los siete mil millones de individuos, las
estadísticas para los leones y sus parientes son mucho más oscuras.
(elena dusi / repubblica.it / puntodincontro) |
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