29 gennaio 2011. - Il Presidente degli USA Barack Obama nel suo recente discorso sullo Stato dell’Unione ha tracciato una sintesi densa di significati della civiltà americana: “La Storia dell’America è questa, noi facciamo grandi cose…La visione del futuro incomincia con l’innovazione, che tocca la creatività e l’immaginazione del nostro popolo per creare posti di lavoro e le industrie del futuro. Invece di sostenere l’energia di ieri, investiamo su quella di domani. E questo è il motivo per cui ho chiesto al Congresso di unirsi a me per raggiungere una nuova meta: entro il 2035, l’ 80% dell’elettricità americana verrà da fonti di energia pulita. Significa guidare il mondo nell’istruzione dei ragazzi, dare a ciascuno dei nostri figli le migliori opportunità per riuscire e prepararsi per i lavori di domani. Dobbiamo costruire le infrastrutture del 21 sec. … dobbiamo riformare il governo, facendolo più sottile, più intelligente, e più trasparente…” Ecco i temi che dibattono oggi gli americani, energie rinnovabili e pulite, istruzione e presenza dello stato nella vita economica e sociale del paese.

Due piccole osservazioni, il Presidente nel discorso non dice se fra queste fonti di energia pulita ci sarà anche il nucleare, argomento sempre problematico di qua e di là dell’oceano. Osservo poi che il termine più intelligente e trasparente è riferito al Governo, non allo Stato, ci passa una bella differenza fra le due parole. Eliminare sì gli sprechi e le gonfiature inutili e clientelari, ma non mettere in discussione la presenza dello stato nell’economia, la finanza, l’istruzione, la sanità etc.

E adesso, con la mente presa da questi bei pensieri, diamo uno sguardo ai fatti recenti di casa nostra. L’istruzione ha avuto tagli significativi che significano classi numerose ed orari ridotti. Insomma più alunni per classe e meno ore d’insegnamento. C’è forse una certa espansione nella diffusione del del fotovoltaico e delle energie eoliche, ma si parla anche, con grande paura, del nucleare. Esiste veramente il nucleare pulito?

Fin qui, siamo nella normalità di politiche che devono realizzare tagli della spesa , badare al debito pubblico, tenere i conti in ordine.

La cosa brutta, quella per cui bisogna turarsi il naso per non sentire puzza di marcio, è l’accusa di concussione e prostituzione rivolta al Presidente del Consiglio dei ministri.

Per questo cito le parole di Goffredo Palmerini, giornalista e politico di professione: “Riflettiamo e meditiamo, perché… ogni barlume di abuso sia denunciato e combattuto, senza attendere che altri lo facciano per noi. Ma anche perché la democrazia viva pienamente i suoi principi costituzionali, nel corretto esercizio dei diritti e sopra tutto dei doveri. Mi astengo dal commentare l'inqualificabile squallore di quanto emerge dalle indagini sulle abitudini del nostro presidente del Consiglio, che stanno esponendo l'Italia al ludibrio del mondo”.

Principi costituzionali della democrazia, diritti e doveri, inqualificabile squallore, ludibrio del mondo. Parole forti, quelle di G. Palmerini, che dimostrano un solido senso del rispetto delle istituzioni democratiche. Devono resistere a qualunque costo, nonostante tutto.

Ho l’impressione che oggi in Italia sia diffusissima e vincente una forma mentis arrogante ed incivile, fortemente sprezzante di buona cultura ed istituzioni democratiche, recentemente rappresentata in un film di successo nel personaggio di Cetto La Qualunque. Sembra che molti abbiano dimenticato di essere cittadini di uno stato democratico, trasformati in sudditi adoranti da un presidente del consiglio dalle geniali capacità di comunicatore, padrone di televisioni e case editrici, ricco a miliardi di euro, una specie di mago capace di usare la sua maggioranza in parlamento per evitare processi, circondato da eserciti di avvocati difensori e donne disponibili giovani e belle, anche minorenni, a caccia di danaro e potere.

È a questo punto che possiamo dire “Meno male che Obama c’è”, da lui veniamo a sapere che in qualche parte del mondo si discutono temi che indicano la via del futuro nel progresso civile e democratico.

Potremo anche noi italiani dire un giorno come lui: “Noi facciamo grandi cose”, senza arrossire e vergognarci per le eroiche gesta di un presidente del consiglio di 75 anni? Niente affatto private, anzi di largo impatto sull’opinione pubblica, su gente turbata che si divide sempre più profondamente fra chi predica pro e chi si pronuncia contro, senza ascoltarsi, incapace di comunicare schiacciata da un mago comunicatore, dimentica dei problemi reali del paese.

 

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