Italia a un bivio

Immagine e qualificazione: Donadoni in Lituania si gioca tutto.
La partita oggi alle 13,30 su ESPN2 (ora di Città del Messico)

6 giugno 2007. - Dopo le polemiche sulla mancata presenza di Totti, le esternazioni di Platini. La sindrome dei grandi numero 10 sta diventando una iattura per Donadoni che ha affidato quella maglia a un ragazzo di scarso fascino mediatico, Daniele De Rossi, forse per scansare i rischi di scatenare altro chiasso in futuro. Almeno lui resta zitto. Il Dunadùn sembra più nauseato che arrabbiato per il nuvolone che grava sulla Nazionale e che ogni giorno si arricchisce di nuove gocce. Ha sbagliato pure lui a non pretendere una decisione definitiva dal capitano romanista e dalla Federcalcio. Ma il ct è parso talvolta come un vaso di coccio. Con un passato nobile da giocatore però senza il carisma del tecnico passato per cento esperienze, ha subìto certe situazioni e ne sta pagando il prezzo proprio mentre ha riportato l’Italia al secondo posto nel girone, l’ultimo valido per qualificarsi agli Europei.

Dovesse mancare il traguardo, per il Dunadùn si farebbe dura, durissima. La Lituania lo mise nei guai all’esordio nell’Europeo, pareggiando a Napoli. Ed è a Kaunas che il ct deve recuperare i punti che mancano alla classifica, riaggiustata con la flebile vittoria sulle Far Oer ma di nuovo a rischio perché contro i semiprofessionisti isolani questa volta gioca la Scozia e se gli azzurri non vincono il controsorpasso è probabile. Un intreccio pericoloso. «Da quattro partite sento ripetere che siamo alla svolta decisiva e non ci faccio più caso - sostiene Donadoni -. La Lituania ha più qualità delle Far Oer e la Francia qui ha vinto per 1-0 e con fatica, tuttavia noi siamo arrivati al secondo posto con le nostre forze, senza aver ricevuto favori, tantomeno dai francesi che sabato hanno battuto l’Ucraina. I tredici punti che abbiamo dimostrano qualcosa».

In attesa che si avvii la costruzione di un complesso da 25 mila posti a Vilnius, dove la Lituania andrà a giocare tra un paio d’anni, lo stadiolo di Kaunas sembra disegnato da Walt Disney. Le curve si interrompono a metà e ieri hanno montato in fretta e furia sul lato che era vuoto una tribunetta grande come il tabellone elettronico che la sovrasta. Conterrà duecento posti. Roba da fiera di paese. Platini, prima di preoccuparsi dei rapporti tra Totti e l’Italia, controlli dove vanno a giocare le Nazionali perché abbiamo visto in cinque giorni due impianti ridicoli.

Ma è qui che il Dunadùn si gioca la faccia e la carriera, aggrappandosi ai gol di Inzaghi come ha fatto Ancelotti ad Atene e come è stato per gli azzurri sabato scorso. Il milanista sarà l’unica punta in area. È in un momento di grazia, segna alla sua maniera che nessun trattato di calcio codifica e che nessun allenatore insegna ai ragazzini però ci riesce, sbattendo contro la palla come con il Liverpool o sfruttando gli errori degli avversari come in Nazionale. Può fare male alla difesa lituana che non è straordinaria.

«Non giocheremo solo per difenderci» ha detto il ct Liubinskas: con una squadra di giocatori discreti, molti sotto contratto in Scozia ma anche nell’Est europeo e due in Italia (Stankevicius e Danilevicius che segnò la rete nell’andata) la Lituania non cerca eroismi. «Metterò qualche giocatore fresco e aggiusterò un po’ il modulo - è il pensiero di Donadoni -. Chiedo ai ragazzi l’ultimo sforzo prima delle vacanze e un atteggiamento equilibrato».

Resterà fuori Del Piero, sulle ali ci saranno Di Natale e probabilmente Quagliarella, a centrocampo Pirlo starà davanti alla difesa e Gattuso sprofondato in panchina perché è in diffida e se prende un’altra amminizione salta a settembre la partita con la Francia. Il timore delle squalifiche potrebbe fermare anche Zambrotta e Cannavaro, che in più ha un polpaccio malconcio, ma i due vogliono esserci non per smentire le teorie di Platini sulla disaffezione alla Nazionale ma perché contro la novantaduesima squadra del mondo l’Italia, che è prima, si gioca più di quanto non appaia. L’altra volta, il 2 settembre del 2001, la squadra del Trap portò via lo 0-0. Oggi non basterebbe.

 

Da La Stampa.it