Tango argentino Crespo-Saviola
I sudamericani, tosti in mezzo e implacabili in avanti, domano un'ottima Costa d'Avorio con i gol dei propri attaccanti. Inutile la rete della bandiera di Drogba nel finale.

 

AMBURGO (Germania), 10 giugno 2006 - Il girone di ferro si apre nel segno dell'Argentina. I sudamericani battono un'ottima Costa d'Avorio 2-1, grazie ai guizzi di Crespo e Saviola. L'attaccante ex Milan vince così il derby in casa Chelsea con l'amico rivale Drogba, con cui si è conteso una maglia da titolare per tutta la stagione, che comunque si consola con la splendida rete dell'1-2 nel finale. L'Argentina riparte con il piede giusto nel Mondiale dopo la clamorosa eliminazione alla prima fase patita nel 2002. Per la gioia anche di Maradona, festante in tribuna. La squadra di Pekerman ha comunque dovuto sudare per avere ragione degli africani: nell'unico precedente, datato 1992, era finita 4-0 con doppietta di Batistuta, ma da allora la Costa d'Avorio, esordiente ai Mondiali dopo la rocambolesca qualificazione ai danni del Camerun (rigore decisvo sbagliato da Wome, quello dell'Inter, all'ultimo minuto), ne ha fatta di strada. Adesso per qualificarsi dovrà battere Olanda e Serbia, missione molto difficile, ma forse non impossibile. Per l'Argentina la strada nel gruppo C invece è in discesa, la Selecion ha le carte in regola per puntare alla finale.

PRIMO TEMPO - Probabilmente i migliori 45' fin qui giocati nel Mondiale. Si chiudono sul 2-0 per l'Argentina, un risultato bugiardo, ma che premia l'esperienza e la precisione in zona gol degli attaccanti sudamericani Crespo e Saviola. Ma andiamo con ordine. L'inizio è equilibrato, l'Argentina è tosta in mezzo con la cerniera Rodriguez-Mascherano-Cambiasso. Riquelme ha le spalle coperte per inventare per le due punte. Gli africani hanno una spina dorsale di grande qualità: Kolo Tourè, dell'Arsenal, al centro della difesa, il playmaker Zakorà in mezzo, affiancato dall'elegante Yaya Tourè e, naturalmente, Drogba, Mr 37 milioni di euro, tanto lo ha pagato il suo Chelsea, leader spirituale e sul campo dei suoi, al centro dell'attacco. La prima emozione è un quasi gol: colpo di testa di Ayala, parata difettosa di Tizie, palla sul palo e poi bloccata dal portiere africano. Per gli argentini oltre la linea di porta, per l'arbitro no. Poi la rete. Punizione da sinistra di Riquelme, rimpallo in area, e Crespo, consumato rapace dell'area di rigore si fa trovare al posto giusto al momento giusto per la zampata dell'1-0. La Costa d'Avorio paga a caro prezzo un'ingenuità, ma reagisce da squadra vera, con un'anima. Kalou, spalla arretrata di Drogba, unica punta, però delude sia in fase di costruzione che di finalizzazione, sprecando un paio di buone opportunità. La palla gol giusta capita sulla testa del giocatore sbagliato: Keita infatti si divora un'occasione colossale sulla sponda aerea di Drobga, colpendo debolmente di testa a due passi da Abbondanzieri. Gol sbagliato, gol subìto. Come spesso avviene nel calcio. Riquelme lento, ma come sempre elegante e ispirato, disegna una traiettoria filtrante per Saviola, che scatta sul filo del fuorigioco e segna il 2-0 dando ragione al c.t. Pekerman che lo aveva preferito ai più celebrati Tevez e Messi. Il primo tempo si chiude con il rassicurante doppio vantaggio di Crespo e compagni, punendo oltremisura una Costa d'Avorio che ha giocato addirittura meglio dei sudamericani.

SECONDO TEMPO - L'Argentina parte meglio, allora Michel toglie il trequartista (per l'occasione) Kalou sostituendolo con una punta vera, Dindane, del Lens. Il ritmo di gara però è più basso, l'Argentina è equilibrata e concentrata, maestra nel gestire il vantaggio addormentando la partita. La Costa d'Avorio è generosa, ma meno lucida, palesemente demoralizzata. Le occasioni da gol adesso latitano: l'Argentina è ermetica e non sembra concedere quasi nulla. Ma il cuore dei campioni non va mai sottovalutato. Drogba, fino a quel momento generosissimo, ma poco incisivo, indovina una splendida girata di sinistro a centroarea che a 8' dalla fine riapre la gara. Diventa all'improvviso un assedio. Gli africani ritrovano energie, i sudamericani devono tirar fuori tutta la loro grinta per stringere i denti e far passare senza danni la mareggiata finale. I cross, soprattutto da sinistra con la dinamo Boka, si sprecano, ma la contraerea Ayala-Heintze tiene. L'Argentina non è stata scintillante, ma porta a casa tre punti fondamentali.