ROMA, 13 luglio 2006 - Roberto Donadoni è il nuovo c.t. della Nazionale. La presentazione è in programma martedì 18 alle ore 15 nella sede della Figc di via Allegri, a Roma. Lo ha nominato il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi, in sostituzione di Marcello Lippi che ha deciso di chiudere la sua avventura in azzurro, dopo il titolo mondiale. "Sì, la notizia è arrivata e mi fa molto piacere. Sono felice e molto emozionato", ha detto il neo c.t. nella prima intervista a Radio Capital - poi ci vedremo martedì in coferenza stampa e parleremo di tutto". L'eredità, in ogni caso, è di quelle pesanti: "Ma fare l'allenatore - ha ripreso Donadoni - è il mio mestiere e cercherò di farlo con il massimo impegno, con grande volontà. Quello che ha fatto Lippi lo sappiamo tutti. Se mi aspettavo l'incarico? Leggevo il mio nome sui giornali - ha rivelato il c.t. - ma fino al giorno dopo la vittoria del Mondiale (lunedì, ndr) non avevo sentito nessuno".

Donadoni da calciatore ha rappresentato al meglio il calcio italiano in Europa e nel mondo, imponendosi come colonna azzurra e diventando uomo simbolo del Milan, con cui ha vinto tutto. Sulle sue spalle ci sarà ora la responsabilità di chi riceve in dote una selezione campione del mondo, con il compito di avvicinarsi da favorita agli Europei del 2008 in Austria e Svizzera. Ma la vita di Roberto Donadoni è costellata di sfide. Da quel 16 settembre 1984, in cui esordì in serie A con l'Atalanta, all'amarissima finale di Usa '94, persa ai rigori, all'altrettanto amara semifinale di Italia '90 contro l'Argentina, fino alla recente e controversa esperienza con il Livorno.

Timido e introverso, certamente poco incline a farsi pubblicità, Donadoni è nato a Cisano Bergamasco il 9 settembre 1963 e comincia a calcare i campi nelle giovanili dell'Atalanta, che poi lo porta in prima squadra, in serie B. Nel campionato 1983-84 contribuisce in maniera determinante a portare il club nella massima serie, dove disputa altri due campionati con la formazione bergamasca. La Juventus sembra sul punto di acquistarlo, ma nell'estate 1986 Berlusconi ne gestisce personalmente il passaggio in rossonero. È l'inizio del grande Milan e di un binomio durato 10 stagioni.

Con la squadra di Milano Donadoni vince cinque scudetti tre coppe dei Campioni, due Intercontinentali, tre Supercoppe europee e quattro Supercoppe italiane. Trionfi in serie a cui però si affiancano parallele le sue sfortunate vicende con la selezione azzurra. Nel 1990 è lui a sbagliare uno dei rigori decisivi della semifinale del 3 luglio contro l'Argentina; nel 1994 esce, battuto in finale, sempre ai rigori, dal Brasile. Due Mondiali stregati, cui si aggiungono due Europei altrettanto sfortunati, quello di Germania 88, in cui il sogno azzurro si ferma alle semifinali, e quello inglese del 1996, in cui la Nazionale viene eliminata al primo turno.

A 33 anni Donadoni va a giocare in America disputando con i New York Metrostars due eccellenti stagioni. Nel 1997 viene ingaggiato nuovamente dal Milan di Capello, che cerca nell'uomo-simbolo la carta vincente per rimettere ordine nella squadra. Rimarrà per due anni (siglando 24 presenze) dopo i quali varcherà la sua ultima frontiera da calciatore emigrando negli Emirati Arabi, dove giocherà nell'al-Ittihad. Donadoni appenderà gli scarpini al chiodo solo nel 2000, all'età di 37 anni.

Da allenatore Roberto Donadoni esordisce nel 2001 alla guida del Lecco, in C1. A metà stagione viene esonerato per essersi schierato con i giocatori, che non percepivano stipendio da alcuni mesi, ma viene richiamato dalla squadra in crisi a 9 giornate, riuscendo a salvarla dalla retrocessione. L'anno seguente debutta in serie B con il Livorno e, dopo un girone d'andata strepitoso, finisce con un decoroso 10° posto. La stagione 2003-04 è un capitolo sfortunato nella sua carriera: ingaggiato dal Genoa di Preziosi che ha poca pazienz e dopo tre sconfitte lo esonera.

L'ultima partita con il Genoa la perde proprio contro il Livorno. Dopo oltre un anno di inattività, nel 2004-05 Spinelli lo richiama in Toscana. Stavolta è in serie A e conquista un ottimo 9° posto. Confermato, Donadoni vive forse uno dei suoi giorni più tristi quando, dopo 24 giornate e un eccellente 6° posto in classifica, viene clamorosamente esonerato da Spinelli. Oggi la rivincita, con l'occasione della vita.