L'Italia vince all'ultimo secondo
Un dubbio rigore del subentrato Totti (fallo di Neil su Grosso) al 93' regala un sofferto successo agli azzurri, in dieci dal 51' per l'espulsione di Materazzi.

 

KAISERSLAUTERN (Germania), 26 giugno 2006 - Incredibile. Oltre ogni limite. A pezzi, in dieci per l'espulsione di Materazzi, l'Italia conquista gli ottavi di finale al 95' con un rigore trasformato da Totti, inserito al 30' della ripresa al posto Di Del Piero, che doveva rappresentare la rivoluzione in attacco. Il c.t., in fatti, parte con un tridente composto dallo juventino, Gilardino e Toni. Come nelle amichevoli contro Olanda e Germania. E soprattutto senza Totti, dopo quattro giorni di tormenti e discussioni. Una scelta razionale, maturata dopo avere preso atto che in un ottavo di finale conta la tenuta fisica e metterla dentro. A supporto un centrocampo composto da Perrotta, Pirlo e Gattuso.

Chissà cosa deve avere pensato Guus Hiddink nel leggere le formazioni ufficiali. Probabilmente avrà alzato le spalle. L'olandese schiera infatto il 3-5-1-1 previsto alla viglia, ma con tal Wilkshire al posto di Kewell, addirittura con le stampelle. Il biglietto da visita dell'Australia è quello che ti aspetti: decine di passaggi, figli di un possesso palla che ha il solo scopo di addormentare la partita e innervosire gli azzurri. E' il metodo Hiddink, profeta dell'organizzazione, della chiusura degli spazi e delle ripartenze veloci: armi micidiali capaci di irretire qualsiasi avversario. Eppure bastano solo 3' a Toni per sfiorare di testa il gol del vantaggio. L'occasione dell'attaccante rappresenta un po' il leit-motiv del primo tempo, perché l'Italia di reti ne sfiora almeno quattro, ma subendo incredibilmente il gioco dell'Australia, molto abile a tenere alto il suo baricentro e costringendo la Nazionale a faticare il doppio quando deve ripartire.

E' infatti sensazione netta che la difesa australiana sia facilmente perforabile, ma così affollata a centrocampo da non permettere agli azzurri di arrivare con la necessaria lucidità davanti a Schwarzer che para su Gilardino e ancora su Toni. Pratico ma da applausi il gioco dell'Australia, che applica regole antiche, pur con mezzi molto inferiori a quelli azzurri e capace di liberare sempre un uomo. Al 30' l'ottimo Chipperfield scatena il destro e Buffon gli dice di no. Ecco un segnale da memorizzare e aggiungere al puzzle. Lippi prova a cambiare in attacco e nella ripresa toglie Gilardino per Iaquinta, invertendo le posizioni di Perrotta e Gattuso, mantenendo in campo i muscoli di Toni che però spreca ancora una volta una palla facile.

Ma il colpo al fianco lo assesta invece l'arbitro Cantalejo che al 6' espelle un po' troppo frettolosamente Materazzi per un fallo al limite su Bresciano, oscurando l'orizzonte dell'Italia. Lippi toglie Toni e inserisce Barzagli, un centrale, al fianco di un Cannavaro strepitoso, arretrando la posizione di Gattuso. L'Australia non se lo fa ripetere due volte e pressa mancando il gol ancora con Chipperfield, sempre all'insegna di un gioco prevedibile, ma martellante che non concede pause. Alla ricerca del ko. Totti al posto di Del Piero al 30' è un'idea irrilevante come quella dello juventino. Rischiare un Inzaghi avrebbe forse avuto un peso maggiore. Cosa che fa Hiddink togliendo Sterjovski per l'attaccante Aloisi. Anche se è l'Italia a pressare, dimostrando che bastano dieci giocatori per battere questa Australia. Con il cuore. Quello di Grosso che ci crede e conquista il rigore. Scaricato in rete da Francesco Totti. Ma applausi all'Australia. E a Guus Hiddink.