Bufera Calcio
I fatti di oggi

MILANO, 27 giugno 2006

Seconda giornata della nuova fase di interrogatori all'Ufficio Indagini della Figc. Francesco Saverio Borrelli non ha escluso nuove indagini sulla questione fondi neri. "Mi sembra che le indicazioni raccolte finora siano estremamente vaghe e labili - ha detto -. Probabilmente approfondiremo anche in questa direzione". Sul fronte interrogatori, il primo ad arrivare questa mattina negli uffici romani in via Allegri è stato l'ex direttore sportivo del Messina, e attuale direttore generale del Genoa, Mariano Fabiani. Sentito anche il massimo dirigente dell'Empoli Fabrizio Corsi: "Sono tutti tranquilli, figuriamoci l'Empoli - ha detto -. Chiaro che non fa piacere essere sfiorato dalla vicenda ma voi che avete seguito il campionato ditemi se c'è qualcosa che può essere imputato alla mia squadra sia quest'anno che in quello della promozione in Serie A".

Poi è stata la volta del presidente del Cagliari Massimo Cellino: "Non voglio fare nomi non me ne frega niente delle sanzioni. Dico solo che chi ha sporcato questo gioco deve sparire - ha detto all'uscita -. Moggi e Giraudo erano diventati la regia di questo calcio. Vi parla uno che è stato vessato per 16 anni e non ha mai fatto telefonate ma tante denunce". Il Ministro alle politiche giovanili e per lo Sport, Giovanna Melandri ha parlato alla commissione Cultura della Camera dei Deputati impegnata sulle vicende di calciopoli. "Bisogna restituire onore e trasparenza al calcio: deve essere un obiettivo condiviso da tutti e a tale obiettivo devono concorrere gli sforzi di maggioranza e di opposizione".

Il ministro Melandri ha anche formulato alcune linee di riforma del sistema calcio: dalla proposta di fissare un tetto complessivo agli ingaggi calcolato su base percentuale sul bilancio dell'ultimo anno o sulla media dei bilanci dei tre anni precedenti, alla limitazione delle "rose" delle squadre; dalla revisione della vendita dei diritti televisivi superando l'attuale sistema per consentire la vendita collettiva all'idea di consentire alle società sportive di superare l'endemica fragilità patrimoniale che è casua ed insieme effetto della bolla del pallone italiano.