Addio all’Alfa Romeo
e la genesi dell’Auto Avio

La storia della Ferrari. Quinta puntata

La 815 è la prima vettura costruita da Enzo Ferrari.Il Drake non perde tempo. Già nel 1940, appena abbandonata l'Alfa Romeo, fonda (presso la vecchia sede della Scuderia Ferrari), l'Auto Avio Costruzioni. Ufficialmente per produrre macchine utensili, ossia "rettificatrici oleodinamiche", in realtà...

In realtà, Ferrari avvia anche la progettazione di una vettura sportiva, una spider 8 cilindri 1500 cc denominata 815, che viene costruita in due esemplari e partecipa alla Mille Miglia del 1940.

Tutto sembra avviato a nuovi trionfi, ma appena Ferrari si mette in proprio, realizzando il sogno di una vita, ossia l'Auto Avio Costruzioni e la 815 da corsa, crolla il mondo: scoppia la seconda guerra mondiale. Vengono così cancellate tutte le gare e l'industria deve tutta riconvertisi a scopi bellici. La Auto Avio Costruzioni inizia quindi a produrre solo macchine rettificatrici oleodinamiche per cuscinetti a sfera, con grandi profitti a dire il vero. Ma i problemi arrivano proprio dalla guerra: si teme un bombardamento della fabbrica da parte dell'aviazione tedesca e per questo la giovane azienda di Ferrari viene spostata da Modena a Maranello, in via Abetone Inferiore 4.

Questa diventa così la sede storica della marca, l'icona stessa della Ferrari, con un lungo fabbricato basso di colore rosso mattone e con un portale di entrata in intonaco giallo ocra, che spicca sulla statale dell'Abetone Inferiore. Ferrari occupa qui una proprietà di un fondo Cavani di circa 17.000 metri quadri. E' il 4 dicembre 1942 e il Podestà di Maranello rilascia una concessione ad acquistare e ristrutturare per la Auto Avio Costruzioni - Scuderia Ferrari un "capannone metallico" con esplicito divieto di usare cemento armato e ferro che doveva essere consegnato alla patria impegnata in guerra.

Ecco spiegato il motivo per cui Enzo Ferrari usò tecniche edili antiche: murature in mattoni e tetto a capriate in legno arrivando a realizzare una corte irregolare, con lunghe maniche in muratura, in mattoni e intonaco giallo ocra, e tetti a doppia falda. Alla fine ne venne fuori una costruzione piuttosto strana, a metà strada tra la grande cascina padana e l'officina storica all'inglese. Difficile immaginare dall'aspetto esteriore che da questa cascina sulla Statale dell'Abetone inferiore uscissero bolidi da corsa. Ma era proprio questo il fascino della Ferrari: alta ingegneria miscelata con paesaggi campestri, tecnologia e artigianalità, personaggi dall'aspetto contadino ma dall'indole di grandi industriali. Un inimitabile mix che arriva intatto fino ai giorni nostri.

 

(La Repubblica.it)