García Márquez a Macondo,
"Non ho inventato nulla".

Lo scrittore torna nella sua città natale dopo venticinque anni:
si festeggiano quarant'anni di «Cent'anni di solitudine»

ARACATACA, 4 giugno 2007. - A bordo del suo «tren amarillo», il Premio Nobel per la Letteratura, Gabriel García Márquez è tornato ad Aracataca, il Macondo dei «Cent’anni di solitudine», villaggio natale da cui mancava da 25 anni. Impeccabilmente vestito di bianco e accompagnato dalla moglie, Gabo ha viaggiato sul ’treno giallò del suo universo letterario e che ottanta anni fa attraversava la zona bananiera nel nord della Colombia. Per lo scrittore colombiano è stato l’atto culminate delle celebrazioni cominciate a marzo, quando ha compiuto 80 anni, e che ricordano anche i 40 anni dalla prima edizione di «Cent’anni di solitudine» e i 25 dal Premio Nobel. Il treno -che in realtà è color crema e azzurro-celeste- era partito dalla stazione vicina al porto di Santa Marta, la più antica città della Colombia, fondata nel 1525, e capoluogo della provincia caraibica di Magdalena; e ha impiegato quasi quattro ore per coprire gli 80 chilometri della tratta.

Le stazioni del «treno giallo» conservano ben poco della prosperità vissuta dalla regione, scenario dello sciopero delle bananiere e del massacro dei lavoratori di cui fa menzione anche Márquez nelle sue opere. Ma il ritorno del romanziere nella sua terra natale segna il via libera al progetto del «treno di Macond», che punta al rilancio turistico dell’intera zona.

García Márquez, la moglie Mercedes, il fratello Jaime e una cinquantina tra amici e parenti hanno viaggiato su uno dei tre vagoni trainati dalla locomotiva. All’arrivo di Gabo, centinaia di persone festanti. E di fronte a tanto clamore, scendendo dal treno, lo scrittore del realismo magico, noto per la sua proverbiale timidezza, non ha potuto fare a meno di esclamare, il viso leggermente stravolto da una smorfia di timore: «Vi rendete conto che non ho inventato nulla?».

 

Da La Stampa.it