Dürer e l'Italia
cronaca di un amore corrisposto

15 marzo 2007. - Prese dall'arte italiana l'amore classico per le proporzioni, l'attenzione al dato naturalistico, la straordinaria capacità di reinventare temi religiosi cari alla tradizione. Grazie alla sua rara sensibilità per la rappresentazione realistica, restituì una lezione di stile che fu colta, tra gli altri, da geni assoluti come Raffaello Sanzio e Michelangelo Merisi da Caravaggio. Albrecht Dürer amò l'Italia e i suoi artisti di un amore presto "corrisposto". Oggi il Bel Paese gli dedica la prima personale per raccoglierne in un'ottica complessiva produzione pittorica e grafica.

Si intitola "Dürer e l'Italia" la mostra in programma a Roma, nelle Scuderie del Quirinale, dal 10 marzo al 10 giugno per esplorare criticamente l'influenza della tradizione artistica italiana sul Maestro di Norimberga e, insieme, l'eredità da lui lasciata ai pittori del Bel Paese.

Un'esposizione che permetterà al pubblico di conoscere più da vicino l'arte di Dürer, non soltanto come maestro di grafica stampata, ma anche come brillante pittore, acquerellista e disegnatore. Nel percorso espositivo vengono infatti proposti più di 20 tele originali del genio incontrastato del Rinascimento tedesco, 10 acquerelli, 33 disegni, 58 stampe originali, 3 dipinti di controversa attribuzione, messi a confronto con altre opere di artisti italiani, per un totale di più di 200 opere.

Il rapporto di "reciproca ispirazione" che lega Dürer al Bel Paese è il filo conduttore della mostra perché, come spiega la curatrice Kristina Herrmann Fiore, «da una parte le teorie artistiche e l'arte italiana contribuirono in modo fondamentale alla formazione della specificità dello stile di Dürer, mentre dall'altra, attraverso la diffusione delle sue famose stampe e pubblicazioni, egli offrì agli artisti del Cinquecento e del Seicento una ricca miniera di ispirazioni, diventando uno dei pilastri della cultura figurativa italiana».

Il primo piano delle Scuderie sarà dedicato alla tematica dell'influenza sull'arte di Dürer di artisti italiani quali Bellini, Mantegna, Leonardo, Agostino da Lodi, Jacopo de' Barbari ed altri, in cinque sale articolate nelle sezioni "L'arte del ritratto", "La scoperta della figura umana attraverso l'arte antica", "Lo studio della natura, delle piante, degli animali e del paesaggio", "La pittura religiosa" e "I lavori per l'imperatore Massimiliano I".

Il secondo piano illustrerà invece il lascito di Dürer molto sinteticamente attraverso alcuni esempi. La mostra è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Polo Museale Romano, il Polo Museale Fiorentino, la Galleria degli Uffizi e il Gabinetto delle Stampe e dei Disegni degli Uffizi. Da quest'ultimo provengono tutta una serie di incisioni e disegni di Dürer appartenenti alle collezioni medicee, mentre la Galleria degli Uffizi ha prestato un numero eccezionale di opere, fra cui la significativa e commovente "Adorazione dei Magi", appositamente restaurata per l'occasione, il ritratto di Albrecht Dürer il Vecchio, oltre a quelli degli apostoli Giacomo e Filippo.

Altre opere di Dürer sono giunte dai principali musei tedeschi, da Vienna, da Washington, da Madrid, da Londra e da tutte le collezioni italiane, a testimonianza della fortuna, "ante et post mortem", di questo straordinario artista che, come Leonardo, fu soprattutto un grande naturalista.

«La produzione di Dürer – conclude infatti la Herrmann Fiore - attraverso la diffusione delle stampe in tutta Europa, e non solo, era diventata la miniera ricca di invenzioni da sfruttare nelle più varie occasioni dagli artisti del Cinquecento e del Seicento anche in Italia e proprio la mostra fa comprendere come dal microcosmo delle stampe, spesso anche molto piccole, si sia potuta trasmettere una invenzione compositiva ad opere di grande formato.

E questo è un fenomeno generale in Italia che non si limita a Venezia, ma raggiunge immediatamente all'inizio del Cinquecento anche regioni molto lontane includendo la Sicilia. Tale tematica non è mai stata oggetto di una mostra ad eccezione di una iniziativa a Norimberga dedicata però esclusivamente all'arte dell'incisione». La personale romana ha così l'ambizione di rimediare a questa inspiegabile mancanza.

 

Da Il Sole 24 Ore.com