I segreti della trattativa
con il colosso Ford
La storia della Ferrari. Nona puntata.

Le Mans, 1967. La Ford GT40 di Gurney e Foyt in pista.Fra i momenti di crisi Ferrari c'è stato di sicuro quello che vide, addirittuira coinvolta la gigantesa e potentissima Ford in un tentativo di scalata azionaria. Tutto cominciò il 23 maggio del 1960, quando la Ferrari si era appena trasformata in società per azioni, passando dalla denominazione ufficiale (che durava fin dal 16 ottobre del 1957) di Auto Costruzioni Ferrari, a quella di Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse - SEFAC Spa.

Alla fine degli anni Sessanta, però, per continuare a competere ai massimi livelli in F1 e per avere il know-how necessario nei settori di progettazione e sviluppo delle GT di serie, occorreva avere alle spalle un colosso automobilistico. La decisione era grave perché per fare questo in sostanza bisognava cedere un consistente pacchetto di quote azionarie. Cosa che - fra l'altro - avrebbe anche permesso di incamerare nuovo denaro e rilanciare ulteriormente l'azienda. Tutto questo a Ferrari non andava giù. Figurarsi. Per lui non si trattava solo di vendere un pezzo della sua azienda, ma un pezzo della sua vita.

La decisione in Ferrari era stata sollecitata, però, anche da un altro fattore esterno: l'interessamento della Ford che dopo anni di assenza dalle competizioni, voleva rientrare dalla porta principale: ossia rilevare il 50% delle quote azionarie della Ferrari. Per la Ford sarebbe stato un vero "colpaccio", ma anche per la Ferrari: il colosso di Detroit avrebbe assicurato non solo una grande quantità di capitali, ma anche un appoggio tecnologico infinito. Si apriva un nuovo mondo nella ricerca di materiali sofisticati, nello studio di inedite soluzioni tecniche e nella progettazione di vetture sempre più veloci.

C'era un problema, però: la Ford era americana. Sembra una banalità, ma era un aspetto determinante, soprattutto per il Commendatore che vede la Ferrari come un pezzo importante dell'Italia sportiva, un qualcosa di molto simile a una bandiera nazionale. Dopo una lacerante decisione il Drake così cambio idea e strinse un accordo simile a quello che voleva il colosso americano con la Fiat.

Al quartier generale della Ford, inutile dirlo, andarono su tutte le furie: il consiglio di amministrazione stava per partire alla volta di Modena (possibilità nulle di spostare Ferrari che odiava viaggiare), ed era appena arrivata la notizia che Ferrari non voleva più vendere. Anzi, che Ferrari aveva già venduto alla Fiat. Immediatamente ci fu una riunione straordinaria dei vertici dell'azienda e proprio lì fu deciso di correre alla celebre 24 Ore di Le Mans con una vettura ufficiale Ford.

Detto fatto: dopo uno sforzo economico senza precedenti, Ford riuscì a battere alla 24 Ore di Le Mans del 1967 Ferrari, vincendo con una GT40 MkIV pilotata dall'equipaggio Gurney-Foyt all'incredibile media oraria di 218,038.

 

(La Repubblica.it)