Film getta nuova luce
sulla tomba di Gesù
 
È un documentario del regista James Cameron ('Titanic')

GERUSALEMME, 23 febbraio 2007. - Desta già interesse in Israele un documentario che il regista James Cameron ('Titanic') si accinge a presentare nei prossimi giorni negli Stati Uniti in cui afferma che una cripta scoperta per caso nel 1980 a Gerusalemme "ospitò gli ossari di Gesù di Nazareth e della Vergine Maria e di Maria Maddalena". Il documentario è firmato anche dal documentarista Simcha Jacobovici con la consulenza dell'archeologo Charles Pellegrino. Il giornale Yediot Ahronot dedica grande attenzione all'evento e promette che pubblicherà informazioni molto più estese lunedì, prima della conferenza stampa dei realizzatori del documentario.

Una portavoce del Dipartimento israeliano per le antichità, Osnat Guez, ha confermato all'ANSA che, su richiesta del canale televisivo Discovery, alcune urne funebri trovate nel 1980 a Talpiot (a Gerusalemme) sono state inviate nei giorni scorsi negli Stati Uniti. Ma il Dipartimento, ha aggiunto, non esprime alcun giudizio scientifico sul documentario in questione. Gli ossari di Talpiot, ha aggiunto, furono studiati da un esperto (il professor Amos Kloner) che non dipende dal Dipartimento. Cameron, scrive Yediot Ahronot, ha lavorato per tre anni seguendo le indagini condotte da Jacobovici e Pellegrino sia sul terreno che in laboratori di varie specializzazioni.

Il giornale precisa che nella cripta di Talpiot furono trovati dieci ossari, su sei dei quali erano incisi i seguenti nomi, tutti molto frequenti nella zona duemila anni fa: Yeshua (Gesù) Bar Yosef, Maria (due volte), Mati (Matteo), Yofe e Yehuda (Giuda) Bar Yeshua. Il giornale israeliano anticipa che gli autori del documentario ritengono che egli fosse "il figlio di Gesù ". Alcuni anni fa un'altra urna funebre, di proprietà di un controverso collezionista israeliano, fu presentata come quella di "Yaakov Bar Yosef Ahi Yeshu" (Giacomo figlio di Giuseppe, fratello di Gesù).

Di fronte al clamore internazionale, il reperto fu studiato da esperti israeliani i quali giunsero nel 2003 alla conclusione che l'ossario sembrava effettivamente risalire al primo secolo d.C, mentre la scritta lasciava adito a forti dubbi: sia per la calligrafia, sia per il contenuto, sia per la patina che la copriva. Un rapporto presentato allora alla Knesset (parlamento) stabilì che la incisione della scritta era da ritenersi un falso. Ma in un comunicato stampa che presenta un libro di prossima pubblicazione (pure intitolato 'La Tomba di Gesu', firmato da Jacobovici e Pellegrino) sostiene che fra i dieci ossari di Talpiot e la urna "di Giacomo" esiste un legame "che lascia sbigottiti". Le spiegazioni del caso, conclude Yediot Ahronot,saranno divulgate lunedì dai programmi di Discovery, dal Channel 4 britannico e da una televisione canadese.

I TANTI RITROVAMENTI DELLE TOMBE DI GESU'
L'urna di argilla con l'iscrizione, in ebraico, "Gesù, figlio di Giuseppe" è stata trovata nel 1980 a Talpiot, un quartiere meridionale di Gerusalemme. Insieme ad altre cinque urne con i nomi di Maria, un'altra Maria, Giuseppe, Matteo e "Giuda, figlio di Gesù", era dentro una caverna che fu fatta esplodere con il tritolo per far posto ad un palazzo.

All' epoca gli archeologi israeliani non diedero importanza alla scoperta ma, nel 1996, un documentario della 'Bbc' portò il caso in primo piano. Quella di Gesù assomiglia ad una scatola, misura 65 centimetri per 25 e ha una profondità di 30 centimetri. Non contiene ossa né cenere. Nel primo secolo dopo Cristo gli ebrei usavano questo tipo di contenitori per le ossa dei defunti che venivano raccolte dall' originario luogo di sepoltura un anno dopo la morte. In quelli riemersi a Talpiot nel 1980 non ci sono ossa, segno - sottolinea la 'Bbc'- che furono vandalizzati, con ogni probabilità in tempi molto antichi.

L'archeologo israeliano Amos Kloner, intervistato dalla Bbc, osservò che i nomi 'Yeshua' (Gesù), 'Yoseph' (Giuseppe), 'Mati' (Matteo), 'Yehuda' (Giuda), e 'Miriam' (Maria) o 'Marya' nella versione greca, erano molto comuni in quel tempo, e concluse: "Penso che la probabilità che si tratti della famiglia di Gesù Cristo sia quasi vicina a zero". Comunque, ossari con gli stessi nomi (ed altri) erano già venuti alla luce in passato. Nel 1873, in un ipogeo del Monte degli Ulivi, a sud est di Gerusalemme, erano venute alla luce urne con i nomi di Gesù, Giuda, Maria, Marta, Salomé, Lazzaro.

Nel 1945, sempre nella zona di Talpiot, erano stati trovati 14 ossari con i nomi di Gesù e Miriam figlia di Simeone. A ottobre 2002 compare un'urna funebre, di circa 50 centimetri, con la scritta "Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù", proprietà di un controverso collezionista israeliano, Oded Golan, che ha spiegato di averlo acquistato 15 anni prima per qualche centinaio di dollari da un commerciante arabo di antichità. Questa presunta scoperta viene smascherata presto come un falso dal Dipartimento israeliano per le antichità che dimostra che la scrittura non è autentica e che inoltre, in alcuni punti, la incisione delle lettere ebraiche tagliava la patina che aveva ricoperto l'ossario.

 

Ansa