Nasce la società
"Scuderia Ferrari" 
La storia della Ferrari. Quarta puntata.

La fotografia presa dal Viale Ciro Menotti evidenzia il complesso del "Garage Alfa Romeo - Scuderia Ferrari" come si presentava a cavallo tra il 1929 e il 1930.Se dovessimo tracciare un breve sommario della storia di Enzo Ferrari dovremmo subito dire che il Drake passa in breve tempo da pilota a team manager di un importante scuderia da corsa, per poi fare il grande passo e diventare costruttore automobilistico. Così, dopo aver abbandonato il volante, la seconda parte della carriera di Enzo Ferrari comincia il 16 novembre del 1929 quando il Drake fonda a Modena, in Viale Trento e Trieste, la società sportiva "Scuderia Ferrari" con il preciso obiettivo di fare correre i propri soci.

Va detto che a quei tempi avere tanti soldi non era l'unico requisito per poter prendere parte alle gare: l'organizzazione era complicatissima perché vista la mancanza di mezzi era piuttosto difficile reperire le gomme migliori, la benzina più raffinata e tutte altre le cose di cui può avere bisogno una macchina da corsa. Però, diventando soci della "Scuderia Ferrari", si aveva a disposizione un "team" organizzatissimo e - soprattutto - le imbattibili Alfa Romeo che la casa del Biscione affidava direttamente al Drake per farle scendere in pista con le migliori possibilità di vittoria. Lo stesso Ferrari, oltre ad essere fondatore e dirigente della Scuderia, all'inizio era anche un pilota. Ruolo che poi abbanonò nel 1931 quando nacque suo figlio Dino.

Altra data storica è il 1933 quando la Scuderia Ferrari diventa talmente importante da diventare un vero e proprio team autonomo, abbandonano il semplice ruolo di filiale tecnico-agonistica dell'Alfa Romeo. La Casa di Arese cerca però in tutti i modi di vincolare Ferrari al proprio marchio e nel 1938 lo nomina addirittura Direttore Sportivo dell'Alfa Corse. Ma il ruolo, per quanto importante, va stretto al Drake che continua l'attività agonistica per altri due anni, per poi lasciare tutto e iniziare la vera epopea della Ferrari.

Le vittorie arrivano a raffica, Ferrari diventa una specie di idolo e non sono possibili paragoni con altri suoi concorrenti: il Drake non era un ingegnere, non era un progettista, non era un dirigente. E non aveva neanche esperienza come costruttore. Però aveva un fiuto sovrumano per le corse, riconosceva i piloti più bravi ed era dotato di una sensibilità mai vista nell'interpretare le possibili strategie di gara. In più, aspetto tutt'altro che trascurabile, era un "agitatore di uomini", come lui stesso più volte si definiva.

Insomma quando all'Alfa Romeo si resero conto di quale quale potenza tecnico-organizzativa era capace Ferrari fu troppo tardi. Il Drake decise infatti di mettersi in proprio e ad Arese - con una perfida clausola contrattuale di non concorrenza - riuscirono ad impedire al Drake di costruire automobili che portassero il suo nome per quattro lunghi anni. La motivazione ufficiale era che il nome Ferrari era troppo legato all'Alfa Romeo, quella reale era ovviamente che temevano la sua concorrenza.

 

(La Repubblica.it)