La storia della Olivetti
Seconda e ultima puntata.

1954. Pubblicità del modello Lettera 22.27 luglio 2007. - Per le macchine calcolatrici gli incrementi sono ancora più cospicui, passando da meno di 50.000 unità prodotte nel 1950 a quasi un milione vent'anni più tardi. Adriano Olivetti prosegue nel dopoguerra le linee strategiche già impostate e rivolte a fare dell'impresa di Ivrea una grande multinazionale del settore, attraverso un'estesa rete distributiva, filiali e stabilimenti produttivi decentrati. Nel 1955 la Olivetti conta quasi 50.000 dipendenti, di cui la metà in Italia, ed è presente con attività produttive e distributive in 170 paesi del mondo.

Continua quindi lo studio di soluzioni organizzative e tecnologiche d'avanguardia allo scopo di allargare la produzione di massa grazie all'eccellenza dei progetti costruttivi e all'innovatività delle strategie di prodotto e di mercato. Nel 1959 la Olivetti incorpora la Underwood Corporation, importante impresa americana del settore. L'Olivetti compie in quegli anni la prima importante svolta tecnologica della sua storia investendo con grande tempestività nella emergente tecnologia elettronica.

Olivetti fin dal 1952 apre un piccolo laboratorio di ricerca a New Canaan, nel Connecticut, e quindi nel 1955 decide di creare un laboratorio di ricerche elettroniche nei pressi di Pisa. Il frutto degli investimenti effettuati in questo settore e dell'assiduo lavoro condotto dal gruppo dei ricercatori di Pisa è l'Elea 9003, primo calcolatore elettronico interamente sviluppato in Italia presentato da Olivetti nel 1959. Si tratta di una macchina completamente transistorizzata che sul piano tecnologico pone l'Olivetti all'avanguardia rispetto agli altri produttori mondiali di computer.

La divisione elettronica consegue risultati di frontiera con la Programma 101, precursore del personal computer. I piani ambiziosi di espansione in un settore che necessitano di grandissimi investimenti, assieme alla necessità di riassorbire il contraccolpo finanziario dovuto all'acquisizione della Underwood indeboliscono però l'impresa. Alla morte di Adriano Olivetti, nel 1960, il gruppo è impegnato in un ambizioso programma di sviluppo internazionale che riguarda, oltre alle produzioni di macchine per ufficio, i grandi elaboratori elettronici, gli arredi metallici e le macchine utensili.

La morte improvvisa del grande imprenditore è all'origine del disfacimento di un progetto che aveva cercato di coniugare la formazione di un vasto complesso multinazionale alla concretizzazione di un ideale comunitario in cui l'impresa diveniva un'istituzione territoriale aperta e promotrice del rinnovamento politico, socioeconomico e urbanistico, e come centro di servizi culturali e sociali per la comunità. Il pensiero organizzativo di Adriano Olivetti è fondato sul principio della partecipazione dei lavoratori e delle loro organizzazioni alle decisioni d'impresa nel quadro dinamico di un "negoziato permanente" capace di creare i presupposti per il consenso e la partecipazione collettiva alle scelte aziendali. Il Canavese, l'area circostante Ivrea, diventa un laboratorio per la realizzazione di queste istanze innovatrici, e altri progetti anche se necessariamente meno organici, sono elaborati in Campania e Basilicata.

Nel 1964 la situazione degenera e rende inevitabile un'operazione di salvataggio coordinata da Mediobanca che porta nella società, oltre a Mediobanca, l'Imi, la Fiat, la Pirelli e la Centrale. Il primo atto di Bruno Visentini, chiamato alla presidenza del gruppo, è la cessione della divisione elettronica. All'inizio degli anni Ottanta, con la guida di Carlo De Benedetti la trasformazione della Olivetti è drastica. Il gruppo di Ivrea entra nel mercato dei personal computer. Tra i prodotti più significativi che vengono lanciati in questi anni vi sono la prima macchina per scrivere elettronica (Et 101 nel 1978) e il primo personal computer (M20 nel 1982), a cui fa seguito due anni più tardi il modello M24 che riscuote un notevole successo.

Negli anni Novanta, scontate le difficoltà per l'affermazione di un'impresa europea nella fabbricazione in grandi serie di personal computer di fornite alla concorrenza asiatica, rivoluziona la propria attività concentrandosi nella telefonia in coincidenza con la diffusione dei primi telefoni portatili.Il numero di utenti della telefonia mobile cresce da poco più di 500.000 nel 1991 fino a superare i 30 milioni all'inizio del nuovo secolo.

La Omnitel costituita dal gruppo Olivetti sin dal 1990, divenuta operativa nel 1995, è il secondo concorrente con 10 milioni di clienti, mentre la consociata Infostrada, nata entro lo stesso gruppo, si afferma nel campo della telefonia fissa. Nel 1999 la Olivetti, ch'era stata ceduta nel 1996 a Roberto Colaninno, acquisisce il controllo della Telecom, mentre in seguito a diversi passaggi di proprietà la Omnitel sarà fusa nella multinazionale inglese Vodafone e Infostrada entrerà nel gruppo Enel.

 

© CSI-Piemonte - 2006