Le origini
degli italiani

Un libro da (ri)leggere.
Di Carlo di Stanislao.

10 gennaio 2011. - Fatta l’Italia bisogna fare ancora gli italiani.

E ben ce ne avvediamo mentre ascoltiamo le parole del Capo dello Stato a Reggio Emilia, per l’inizio delle commemorazioni a partire dalla Bandiera Tricolore. Ma, prima del Risorgimento e dell’Unità come e cosa erano gli italiani? Non ce lo dice la ridda di libri usciti per i 150 anni della Repubblica ed a farlo, nel lontano 1999, un bel saggio, che vale la pena (ri)leggere di Sabatino Moscati, intitolato, appunto: “Storia degli Italiani dalle Origini all’età di Augusto”, edito da Bardi e ristampato di recente.
 


Dalle vetrine dei musei e nel suolo traforato dagli scavi si sbirciano oggetti e strutture di culture diverse. Nell'Italia antica, a partire dalla protostoria sino all'età romana matura. Così ci accade di scoprire paesaggi remoti, che l'archeologia ci aiuta a capire: poi si leggono pagine di antichi scrittori che raccontano vicende e migrazioni di popoli. Gli Italiani nacquero dall'assommarsi di più popoli e culture in successioni e confronti promossi da impulsi lontani, sino a riconoscersi in una sola grande patria —dalla cerniera alpina ai mari mediterranei— mediante alcune forme di vita; le città, le colture tra campi e pascoli, il riconoscimento di identità regionali nei culti e nell'economia, la conquista paziente di un diritto comune come abito necessario al rapporto tra le genti.

Così in questo libro, si raccontano gli approcci alla terra italica di popoli lontani, come i Fenici, i Greci ed i Celti; si scruta la crescita, in grembi diversi della penisola, di genti "indigene", raggruppate nella conoscenza storica sotto il nome degli Apuli, dei Lucani, dei Brettii, dei Campani, dei Sanniti, dei Latini, dei Siculi e dei Sardi: infine si descrivono le fisionomie delle culture di più largo impianto, dagli Etruschi agli Umbri, dai Piceni ai Liguri ed ai Veneti, sino ai popoli alpini.

L'unita di queste genti si misura a grandi ed a brevi passi: sino al momento augusteo, quando la nazione si riconobbe nelle sue regioni, dove gli Italiani erano (e sono) protagonisti della sua identità.

Sabatino Moscati, nato a Roma nel 1922 e morto nella stessa città nel 1997, è stato Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, accademico pontificio, accademico di Francia e Spagna, membro di numerose altre Accademie italiane e straniere.

Professore ordinario nell'Università di Roma. ha tenuto corsi di Iezioni in numerosi atenei di Europa e d'America. Ha fondato e presieduto l'Istituto per la Civiltà Fenicia e Punica del C.N.R.; è stato Presidente delI'Unione Accademica Nazionale; ha diretto I'Enciclopedia Archeologica nell'Istituto della Enciclopedia Italiana. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Medaglia d'Oro dei Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte, in riconoscimento della sua attività scientifica gli sono stati conferiti il Premio Nazionale del Presidente della Repubblica per le Scienze Morali. Storiche e Filologiche e numerosi altri.

Ha promosso e diretto missioni archeologiche italiane nei Paesi dell'area mediterranea: ha organizzato e diretto le mostre internazionali "I Fenici" e "I Celti" a Venezia (Palazzo Grassi). Tante sono le pubblicazioni scientifiche e letterarie di Sabatino Moscati, anche tradotte nelle maggiori lingue straniere. Mentre terminava la stesura di questo libro, uscito postumo e rieditato dopo 12 anni, è venuto a mancare, nel settembre 1997.

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Después de haber fundado Italia hace falta, todavía, generar italianos.

Y bien se nota al escuchar las palabras del Presidente de la República en Reggio Emilia, en ocasión del inicio de las conmemoraciones del cientocincuantenario a partir del día de la bandera. Pero antes del Resurgimiento y de la Unidad cómo y qué fueron los italianos?

No nos lo dice el montón de libros publicados por el 150 aniversario de la República mientras sí lo hace, desde 1999, un excelente ensayo que vale la pena (re)leer de Sabatino Moscati, titulado, precisamente, "La historia de los italianos desde los orígenes hasta la epoca de Augusto", publicado por Bardi y reimpreso recientemente.

En los escaparates de los museos y en las excavaciones arqueológicas se observan objetos y estructuras de diferentes culturas. En la antigua Italia, desde la prehistoria hasta la madurez de la época romana. Así podemos descubrir paisajes remotos, que la arqueología nos ayuda a comprender, y se leen páginas de antiguos escritores que cuentan eventos y migraciones de los pueblos. Los italianos nacieron a partir de la suma de diferentes pueblos y culturas que fue, a su vez, producida por eventos antiguos, hasta identificarse con una sola patria —desde los Alpes hasta los mares del Mediterráneo— a través de un grupo de formas de vida, ciudades, campos y cultivos, el reconocimiento de identidades regionales en los cultos y en la economía y la conquista paulatina del derecho común como elemento necesario para regular las relaciones entre las personas.

Así en este libro se relata el acercamiento a tierra italiana de pueblos lejanos como los fenicios, los griegos y los celtas, se examina la evolución, desde varios puntos de origen de la península, de pueblos "indígenas", agrupados en la historia con el nombre de Ápulos, Lucanos, Bretios, Campanos, Latinos, Sículos, Sanitas y Sardos; por último, se describe la fisonomía de las culturas más desarrolladas, desde los Etruscos a los Umbros, de los Lígures a los Vénetos y a los Picenios hasta los pueblos alpinos.

La unidad de estos pueblos se mide en pasos cortos y grandes hasta la epoca de Augusto, cuando el país por fin se reconoció en sus regiones y a partir de ese momento los italianos fueron (y son) los protagonistas de su identidad.

Sabatino Moscati, nacido en Roma en 1922 y fallecido en la misma ciudad en 1997, fue presidente de la Accademia Nazionale dei Lincei, docente en la Universidad Pontificia, académico en Francia y España y miembro de muchas otras academias italianas y extranjeras.

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