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12 maggio 2013 - Nei dipinti italiani del medioevo e del primo rinascimento, l’oro veniva usato per rappresentare il non reale, in quanto considerato un simbolo. Ogni volta che gli artisti impiegavano questo colore, intendevano alludere a qualcosa di irraggiungibile, distante. Il fondo oro è il cielo, la sfera celeste del sacro, da cui emerge il Cristo giudicante dei mosaici di epoca romanica.

Questa tecnica venne impiegata anche nelle pale d'altare di Duccio di Buoninsegna, fra le quali la famosissima Maestà del Duomo di Siena (nella foto principale di questo articolo), per riprodurre le aureole dei santi, decorate a rilievo. La troviamo, inoltre, nei capolavori dei maestri del Due e Trecento, la cui ricchezza di dettagli crea un’aura di preziosità e raffinatezza che rimanda a una realtà superiore, da ammirare e adorare.

Simone Martini. Trittico dell'annunciazione. 1333.

L’oro non era un colore che si otteneva da pietre o piante, come ad esempio il blu —ricavato dal lapislazzuli— usato dal Giotto per decorare il cielo della Cappella degli Scrovegni di Padova, ma veniva utilizzato in piccolissime e sottilissime foglie che gli artigiani specializzati del Medioevo — a cui era stato dato il soprannome di battiloro— producevano martellando monete e riducendole in sottilissime lamine, il cui spessore veniva determinato dal numero di foglie usate, ognuna di circa 8,5 cm².

Per fissare queste foglie alle superfici venivano usate sostanze denominate “mordenti all’acqua”, solubili in acqua, come l’albume, il miele, la gomma e succhi vegetali.

Il continuo uso dell’oro in questo periodo, è il tema centrale del manuale d'arte di Cennino Cennini “Fondi oro nella pittura italiana dal medioevo al rinascimento”, un manuale che sintetizza l'abilità tecnica raggiunta dalle maestranze toscane e illustra le fasi della doratura. Tecniche che verranno poi riprese anche dagli artisti del primo Rinascimento per la realizzazione delle loro opere. La scomparsa del fondo oro nell’arte avverrà, poi, grazie alla scoperta della pittura ad olio e al pittore Jan Van Eyck che diede inizio, con la pittura flamminga, a un nuovo periodo nel quale il protagonista diventa l’uomo e non più il divino.

La versione in spagnolo del manuale d'arte del Cennini
in una libreria di Città del Messico.

Il libro di Cennini è disponibile in lingua spagnola (Los fondos dorados en la pintura italiana) in diverse librerie di Città del Messico e in lingua italiana su amazon ed altri servizi online.

 

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(puntodincontro.mx / adattamento e traduzione allo spagnolo di massimo barzizza)