Manuel Ramírez:
l’architettura contro la violenza

Nuove idee per appoggiare la ricomposizione
del tessuto sociale sconvolto dal narcotraffico.

Una vista aerea del nuovo Centro Culturale di Reynosa.
 

15 settembre 2010. – Erano le sette del mattino di un fresco e piovigginoso giovedì di agosto. Ci siamo visti in una delle aule dell'antica casona di Marsella 39, sede della Società Dante Alighieri di Città del Messico, dove Manuel Ramírez, giovane architetto messicano, studia italiano in preparazione per i corsi specialistici a cui vuole iscriversi a Milano e che considera di grandissima importanza per la sua formazione professionale.

La domanda è stata inevitabile: “Manuel, raccontami di questo Centro Culturale che sei andato ad inaugurare ieri a Tamaulipas”.

M.R.: «Si trova su un terreno di 38 ettari, nella zona sud della città di Reynosa, uno dei centri urbani più importanti dello Stato di Tamaulipas. Il progetto è stato realizzato dallo Studio di Architettura Terrazas di Città del Messico. La sua costruzione è durata 18 mesi ed è culminata con l'inaugurazione del 12 agosto, a cui ha partecipato anche il Governatore Eugenio Hernández Flores.

Si tratta di uno sviluppo architettonico —con una superficie totale di 17 mila metri quadri—  dalle facciate multicolori, che ricordano l'aspetto vivace tipico delle costruzioni tradizionali messicane.
 

... i colori e l'aspetto vivace delle costruzioni tradizionali messicane

 

All'interno gli spazi sono tutti distribuiti lungo un atrio la cui parte centrale è un murale di cristallo in serigrafia bicromatica, con dettagli in rosso e in bianco, intitolato L'integrità della diversità che ho disegnato e realizzato insieme ai miei collaboratori.

Il Centro vanta, inoltre, un teatro per presentazioni di opera, balletto, danza ed altri spettacoli con capacità per 1.200 spettatori, un teatro di dimensioni più ridotte per 400 spettatori, una galleria d'arte e un sala per congressi».

Puntodincontro: Com'è sorta l'idea del Centro Culturale?

M.R.: «Proviene da un ambizioso piano a lungo termine del governo del Tamaulipas per diffondere la cultura in ognuno dei grandi centri urbani dello Stato. Quello di Reynosa è il quarto del suo genere, e complementa il circuito di Centri Culturali che abbiamo sviluppato a Ciudad Victoria, Tampico e Nuevo Laredo. Inoltre, in questi tempi difficili per lo Stato e per l'intero Paese a causa della violenza diffusa, rappresenta un contrappeso molto importante».

Puntodincontro: Ci potresti descrivere come avete impostato il lavoro di gruppo per poter sviluppare il progetto con successo?

M.R.: «Il gruppo che ha partecipato a questo progetto lavora insieme da 8 anni, e sono sicuro che questo sia stato uno dei motivi principali che ha contribuito a fare di questo Centro Culturale una tappa molto speciale della nostra carriera come professionisti».

Puntodincontro: Che altre opere ritieni siano le più importanti realizzate da te e dal tuo gruppo di collaboratori?

M.R.: «Per noi tutti i progetti sono molto importanti, però credo che tra i più significativi dovrei far riferimento allo sviluppo della nuova immagine della terminale 1 dell'aeroporto internazionale di Città del Messico, il Museo e il Planetario del Museo Tecnologico della Commissione Federale per l’Elettricità (CFE), il Centro di Convenzioni es Esposizioni di Tampico (Expo Tampico) e i quattro centri culturali nello Stato di Tamaulipas».

Puntodincontro: Che progetti hai per il futuro?  

M.R.: «Stiamo preparando uno studio per proporre una serie di centri comunitari nelle città che sono state più colpite dal fenomeno del traffico della droga.

L'idea principale è quella di contribuire alla ricostruzione del tessuto sociale per mezzo di una strategia urbana e architettonica che promuova l'integrazione dei cittadini, specialmente i giovani, ad attività culturali e professionali che li mantenga lontani dalla tentazione e dalla possibilità di essere reclutati da bande di narcos o appartenenti all criminalità organizzata in genere».

 

(Massimo Barzizza / puntodincontro)

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