Kimi campione:
storia di una previsione azzeccata

Renato d'Ulisse spiega come ha fatto ad anticipare qualche giorno fa
la poco probabile vittoria di raikkonen nel campionato mondiale di Formula 1.

Jean Todt e Kimi Raikkonen sul podio ad Interlagos.22 ottobre 2007 - C’è qualcosa che mi sfugge. Ma come, uno azzecca per così dire scientificamente un risultato importante e subito salta su qualcuno a chiedere nientemeno che di spiegare come e perché è andata la faccenda. Questa è sfiducia, questo è sospetto, questo è quasi gettare fango su chi può definirsi un serio professionista, come suol dirsi.

D’accordo, non era facile né logico e diciamo pure neanche sensato pronosticare Kimi Raikkonen campione del mondo, però quando certe situazioni, leggi le classifiche, non sono ancora aritmeticamente definite, allora può accadere tutto, e magari il contrario di tutto. Così è la F.1, bellezze mie, lo sappiamo benissimo. Che poi ci siano stati altri elementi di giudizio e di valutazione, e siano successe cose difficilmente spiegabili, questo è un altro conto, che comunque si allinea con quello matematico.

Soddisfatti? Chiaramente no, quanto sopra non basta a chiarire lo strano caso del trionfo del finlandese della Ferrari, risultato sul quale anche i più accesi tifosi della rossa stentavano ormai a credere. Io ci ho creduto, e ho avuto ragione. Ancora insistenti voci dal fondo: sì, ma come e perché? Beh, potrei prenderla alla larga, farfugliando di una combinazione di cifre messa insieme con i pochi centimetri dell’altezza di Ecclestone, con i molti centimetri della lunghezza pinocchiesca del naso di Dennis, con la media dell’età dei candidati all’iride, amalgamare il tutto con una delle pinte di birra della razione quotidiana del tedesco Norbert Haug e via, sullo schermo apparve molto nitido il nome di Raikkonen.

Ri-soddisfatti? Temo ancora di no. Siamo seri? Siamo dunque seri, sempre entro gli stretti limiti imposti dalla paradossale vicenda. In sostanza, il pronostico su Raikkonen campione del mondo a dispetto della logica e della matematica mi è stato suggerito da varie motivazioni, che peraltro avrete già letto nella precedente missiva ante-Brasile. Mi sono sbilanciato su Kimi non a casaccio, ma sulla base di quanto di poco chiaro, di sospetto, di illegale la stagione 2007 di F.1 ci aveva offerto. Una certa esperienza dell’ambiente, e un po’ di cellule grigie non ancora atrofizzate hanno fatto il resto: ammettendo che un essere umano sappia ancora pensare ed abbia delle idee, perché se così non fosse saremmo davvero allo scisma, al caos, alla disperazione.

In breve. Dopo Monza la Fia, per la faccenda dello spionaggio ai danni della Ferrari, cancellò dalle classifiche la McLaren-Mercedes ma non i suoi piloti Alonso e Hamilton: questo, perché le Frecce d’argento potessero andare ancora in pista, non venissero penalizzati e umiliati gli stessi conduttori, i tecnici, i finanziatori, e lo stesso Mondiale non facesse un penoso, micidiale naufragio. Tutto qui? No: ed eccoci al centro delle mie considerazioni, ed a quello che ho definito il supercompromesso. La McLaren poteva continuare a correre alla condizione (non scritta, evidentemente) che il titolo mondiale andasse a un pilota ferrarista.

Sempre nella mia convinzione, non tutte le parti in causa dovevano sapere di questa segreta soluzione del campionato, essendo questa una condizione indispensabile per la riuscita di certi progetti, come il pugilato insegna. Se ricordate la sentenza parigina penalizzante la McLaren, la Fia si riservava la facoltà di infliggere altre sanzioni pecuniarie e sportive alla squadra anglo-tedesca, con ciò bloccando ogni velleità di ribellione dell’arrogante Ron. Dopo Monza c’è stato il Belgio, dove la Ferrari ha cominciato a puntellare la mia teoria dominando il campo.

In Giappone però le rosse si sono autopunite sbagliando tutto e restituendo fiducia a Lewis e Fernando; ma Kimi in Cina ha riportato le ruote sul binario giusto e – persosi per strada Felipe – ha potuto avviarsi alla trionfale volata di Interlagos, dove stranamente Alonso ha guidato non da campione del mondo e Hamilton ha subìto un arretramento per motivi che forse non sapremo mai. Tutto qui. Troppa fantasia, signora marchesa? Beh, a volte aiuta anche la fantasia. Ah, dimenticavo: avevo fatto una puntatina su Raikkonen e la sua vittoria brasiliana mi ha fruttato 175 euro, coi quali brinderò alla Ferrari e al neo-campione, con la sua vodka preferita.

 

Leggi la previsione azzeccata