Il Salotto di Dante
Di Ulisse Utzeri.

 

7 junio 2010. - "Peter, dove sei? Siamo in molti che ti stiamo cercando!"

Cari lettori, oggi vi propongo un punto di riflessione che a molti di voi so che farà piacere. Vi darò un segreto...vi spiegherò come volare! Si, avete capito bene: volare! Ma non come si fa di solito. Se mi seguite e con me le istruzioni che riporto sotto, potrete alzarvi in volo come fanno gli uccelli...insomma come fa Peter e come ho fatto io.

Avevo circa sette anni. Era il momento giusto. La mia maestra mi aveva regalato un libro magico. Non di quelli che si vedono al cinema.

Era davvero magico. Molti di voi so che non mi crederanno, ma vi giuro che è la verità.

Cominciai a leggerlo ed allo stesso tempo cercavo di fare le stesse cose del protagonista perchè lui mi invitava a farlo. Un giorno, infatti, mentre Peter si alzava in volo disse: "Solo con un po' di polvere potrai farlo anche tu".

Ed allora presi un po' di terra dal vaso dei fiori e mi cosparsi la testa.

Sì, funzionava... stavo volando! Non ci potevo credere ma era proprio così. Peter era un bravo bambino che mi insegnò tante cose: giocare con la spada di legno, mangiare delle belle cosce di tacchino, saltare da un albero all'altro e stare attento ad un pirata cattivo. "Oh, Peter, grazie per tutte queste belle cose", solevo dirgli.

La mattina, poi, mi svegliavo per andare a scuola e mia madre era solita ripetermelo minimo tre volte: "Alzati!".

Ritornando dalla scuola non vedevo l'ora di stare ancora una volta lì con Peter.

"Meno male che sei venuto anche oggi, Peter", gli dicevo pieno di emozione. E di nuovo... un po' di polvere e via... verso nuove avventure.

Un giorno, però, Peter non venne più. Non so che cosa gli successe. E per quante volte l'abbia chiamato non veniva. Mi sentii triste... non capivo.

Forse l'avevo offeso in qualche modo? Non so. Sapevo che adesso ero solo e quelle fantastiche avventure non c'erano più. Rimpiangevo quei giorni con lui, con le sirene, con gli altri bambini e persino con il vecchio pirata: Capitan Uncino. Sì, ragazzi cari, proprio con lui passai tante e divertenti avventure... in fondo era davvero buono.

Con il passare del tempo mi resi conto che, anche se lasciavo la finestra aperta, lui non sarebbe mai più ritornato. A meno che...

Fu così che scoprì che per volare nell'Isola Che Non C'è dovevo cambiare qualcosa in me. Non era Peter: ero io il problema. Ero io che ero diventato grande ed avevo perso i miei pensieri felici per poter ancora volare e vivere delle avventure.

Qualcuno pensa ancora che siamo diventati grandi... chissà siamo troppo, troppo grandi.

Qualcuno pensa che che non possiamo più volare. Ma vi dico che non è vero.

Peter è lì, proprio ora vicino a te.

Se chiudi gli occhi comincerai a volare. Volare con la fantasia e vedrai che anche tu, come me, potrai dimenticare che sei grande e vivere una bella avventura.

Oggi vi offro una tazza di latte caldo ed accogliente che vi porterà, questo è il mio auspicio, nell'Isola Che Non C'è e se tu lo vorrai quell'isola esisterà per sempre... dentro di te.

Qual'è il tuo pensiero felice? Qual'è quel pensiero che ti fa volare lontano... e girando alla seconda stella sempre dritto fino il mattino?

O... forse sei troppo, troppo grande?

 

A presto,

 

Ulisse

 

 

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