13 agosto 2011. - Carissimi lettori,

eccomi di nuovo a voi con una bella tazzina di caffè! Quest'oggi sono di fronte ad una finestra, la cui tenda pur essendo trasparente, non lascia intravedere molto. La finestra è socchiusa ed un leggero rumore degli aerei, preannunciano la nostra prossima partenza. Ebbene sì: non sono a Città del Messico. Mi trovo involontariamente a Parigi.

In verità sono diretto in Italia, ma a causa di uno sciopero dei meccanici di volo della prestigiosa AirFrance, siamo stati costretti a fare una sosta di 24 ore a Parigi. Lo so che potrebbe essere interessante, ma scordatevi di andare alla Torre Eiffel: è già stata una bella fortuna essere arrivati all'albergo in "sole" 4 ore. Come ci siamo riusciti? Semplice: ogni persona interpellata da noi su come arrivare all'hotel assegnatoci, aveva un'opinione differente. Con un marcatissimo senso di lealtà alla napoleonica patria, nessuno parla né spagnolo e tanto meno italiano, nonostante la Francia si trovi a "due passi" dai Paesi le cui lingue sono già state citate.

Io, poi, che con il mio inglese, non mi muovo dal "yes, whats, thanks", non aiuta per niente. Insomma, cari miei lettori, tutta un'avventura da raccontare nei dettagli.

La mia intenzione, non è quella di fare una critica sul servizio datoci (che a poco servirebbe) ma sull'importanza di imparare una lingua, gli usi e costumi locali, che fanno di una cultura qualcosa di unico.

Provate ad immaginare la scena quando ci hanno detto che il nostro volo verso l'Italia era rimandato al giorno seguente. Non so più se eravamo stupiti per la notizia in sé o perché ci siamo resi conto di quanto stava succedendo dopo mezz'ora di intenti, prove e gesticolazioni da parte di chi gentilmente aveva compreso che eravamo degli alieni perduti nello "spazio idiomatico".

Credetemi che questi sono i momenti in cui formuli frasi del tipo: "Avrei dovuto ascoltare a mio padre quando mi disse di prendere lezioni di inglese".

Oppure sono quelle volte che ti senti come il cagnolino di casa che, girando la testa una volta a destra e una a sinistra, cerca di capire che diavolo stai dicendo.

Ad ogni modo e malgrado tutte le peripezie, siamo di nuovo in volo verso (nuove avventure? Spero proprio di no) Roma. Dopo un eccellente decollo, mi sono reso conto che la ragazza sulla mia sinistra era completamente abbandonata a Morfeo, tanto che non credo si sia accorta quando il vuoto d'aria si impadroniva di tutti gli stomaci dei presenti.

Non posso negare la bellezza dei paesaggi che si stagliano sotto di noi ... e con una leggera virata a destra, scopriamo una vetta innevata poco lontana da un lago.

Non possiamo ancora dire che "siamo in casa", perché l'idioma "avionistico" è ancora il francese ... ed io preso da un'insolita capacità di dialogo, colto a bocca aperta mentre schiacciavo un pisolino, rispondo alla domanda di cosa avrei preferito da bere: "Ehm ... oui ... je quiero ... eh ... perdón ... digo ... vorrei ... just un café black and galletitas salad, pour favor, grazie!".

Orbene, la poveretta dell'hostess mi ha fatto tanto pena a vederla che mentalmente si arrampicava sugli specchi per cercare di comprendere che volessi! Ed alla fine ... solo perché Dio è davvero misericordioso ... e soprattutto perché la hostess deve essere una madre con tanta esperienza nella comprensione di suo figlio, mi ha dato ciò che avevo chiesto: un caffè e dei crackers ... tutto qui!

E va bene, carissimi lettori, dopo una breve pausa eccomi in volo verso l'ultima meta: la Sardegna! Adesso non mi preoccupo più dell'idioma ... finalmente sono a casa!

La gentilezza è sempre stata di casa ... ma in quest'ultima parte della traversia la sento migliore ... chissà perché.

Per concludere questa storia per il nostro Salotto, vi volevo fare una bella raccomandazione ... lo so che sembrerà una bella pubblicità ma che ci posso fare io se questo mondo è una Torre di Babele? Se già di per sè la comunicazione tra le persone è difficile, che ci posso fare io se mi viene di raccomandarvi di studiare qualche bella lingua? Magari ... datemi retta ... la prossima volta che pensate di visitare un Paese, assicuratevi con anticipazione un bel corso linguistico! E giusto per quelli che intendono viaggiare nel Bel Paese ... nella bella Italia, non perdetevi in chiacchere e venite a Marsella 39 a Città del Messico! Infatti questo è l'indirizzo della Società Dante Aligheri, la scuola di insegnamento della lingua e cultura italiana più vecchia e importante non solo nel mondo, ma nella nostra bella città.

Carissimi lettori, vi lascio con un sapore incredibile di caffè, che non ho preparato io, bensì la hostess che in tutti questi voli, beh, ha avuto pazienza nei miei confronti.

Al prossimo articolo ragazzi ... au revoir ... arrivederci.

 

Ulisse Utzeri

 

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13 de agosto de 2011. - Mis queridos lectores,

Heme aquí con ustedes nuevamente y con una buena taza de café! Hoy me encuentro en frente a una ventana, cuya cortina, aunque transparente, no revela mucho. La ventana está abierta y el ligero ruido de los aviones anuncia nuestra próxima salida. Sí: no estoy en la ciudad de México. Me encuentro involuntariamente en París.

La verdad es que me dirijo a Italia, pero debido a una huelga de los mecánicos de la prestigiosa Air France, nos vimos obligados a tomar un descanso de 24 horas en París. Sé que puede ser interesante, pero olvídense de ir a la Torre Eiffel: tuvimos mucha suerte de haber logrado llegar al hotel en "sólo" 4 horas. ¿Cómo hicimos eso? Simple: cada persona a la cual le preguntamos cómo llegar, tenía una opinión diferente. Y, además, con un sentido muy marcado de lealtad a su napoleónica Patria, nadie habla español o, mucho menos, italiano, a pesar de que Francia se encuentre a "dos pasos" de los Países cuyas lenguas ya se mencionaron.

Y yo, que con mi Inglés no paso "yes, whats, thanks" no ayudé en lo más mínimo. En pocas palabras, mis queridos lectores, se trató de una aventura que les tengo que contar detalladamente.

Mi intención no es la de criticar el servicio que recibimos (de poco serviría), sino de subrayar la importancia de aprender un idioma y los usos y costumbres locales que hacen que una cultura sea única.

Imagínense la escena cuando nos dijeron que nuestro vuelo con destino a Italia se había pospuesto hasta el día siguiente. No sé si nos quedamos sorprendidos por la noticia en sí, o porque nos dimos cuenta de lo que estaba pasando después de media hora de intentos, pruebas y gestos de parte de los que habían amablemente comprendido que estábamos perdidos en el "espacio idiomático".

Créanme, estos son los momentos en los que te dices: "Debí escuchar a mi padre cuando me decía que tomara clases de Inglés".

O son de esas veces que te sientes como el perro de la casa, moviendo la cabeza a la derecha y a la izquierda, tratando de averiguar qué demonios estás diciendo.

Sin embargo, a pesar de todo, nos encontramos de nuevo volando (¿Nuevas aventuras? De veras espero que no) hacia Roma. Después de un excelente despegue, me di cuenta de que la chica a mi izquierda estaba completamente abandonada en los brazos de Morfeo, tanto que ni siquiera creo que haya notado cuando una bolsa de aire se apoderó del estómago de todos los presentes.

No puedo negar la belleza de los paisajes que escurren por debajo del avión ... después de un leve giro a la derecha, se alcanza a ver un pico cubierto de nieve, no lejos de un lago.

Todavía no podemos decir que "estamos en casa", porque el lenguaje "avionístico" sigue siendo el francés ... y yo motivado por una inusual capacidad para el diálogo, y sorprendido a la mitad de una siesta, respondo a la pregunta acerca de lo que quería beber: "Ehm ... oui ... je quiero ... eh ... perdón ... digo ... vorrei ... just un café black and galletitas salad, pour favor, grazie!".

Me dio muchísima pena ver a la pobre sobrecargo luchando mentalmente para tratar de entender lo que yo quería ... pero al final ... sólo porque Dios es grande (y sobre todo porque la asistente de vuelo seguramente era una mamá con mucha experiencia en la comprensión de su hijo pequeño), me entregó lo que había pedido: un café y galletas ... ¡Eso es todo!

Bueno, queridos lectores, después de una breve pausa estoy en vuelo hacia el objetivo final: ¡Cerdeña! Ahora ya no me preocupo por el idioma ... ¡Por fin estoy en casa!

La amabilidad siempre ha sido una característica de mi tierra ... pero en la última parte de este viaje la aprecio aún más ... Me pregunto por qué.

Para terminar esta historia para nuestro Salotto, les quiero aconsejar algo ... Ya sé que parece publicidad, pero ¿Qué puedo hacer yo si este mundo es una Torre de Babel? Si, de por sí, la comunicación entre las personas es difícil, no puedo evitar recomendarles estudiar un idioma. Créanme ... la próxima vez que piensen visitar un país, tomen un curso de su idioma con anticipación.

Y para los que planeen viajar a Italia ... no pierdan tiempo y vengan a la calle de Marsella No. 39 en la Ciudad de México! Es la dirección de la Sociedad Dante Alighieri, la escuela de lengua y cultura italiana más antigua e importante no sólo en nuestra hermosa ciudad, sino en el mundo.

Queridos lectores, los dejo con un sabor increíble de café, que no preparé yo, sino la asistente de vuelo que a lo largo de todos estos viaje tuvo tanta paciencia conmigo.

Hasta el próximo artículo, muchachos ... au revoir ... arrivederci.

 

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Il Salotto di Dante
15° articolo

Di Ulisse Utzeri.