Il patio di accesso al Museo Franz Mayer di Città del
Messico,
dove lunedì 4 giugno l'Ambasciata italiana ha celebrato il 66° anniversario
della Repubblica.
9 giugno 2012. - Gentili redattori di Punto d'incontro,
non so se sarà pubblicato questo mio messaggio, però lo scrivo con il
desiderio di comunicare il mio stato di disagio dovuto alla separazione
degli italiani in Messico.
Vivo in questo Paese da più di trent’anni ed è la prima volta che non mi è
stato possibile sentirmi in territorio italiano, quel territorio che —in
Ambasciata, alla residenza dell’ambasciatore o all'Istituto Italiano di
Cultura, avevo sempre sentito come una piccola oasi che ogni anno mi
permetteva di sentirmi vicina anche qui la mia cultura, alla mia lingua e,
perché no, senza nessun affanno nostalgico, all’inno che ho imparato alle
elementari.
Non so quali siano state le ragioni per cui sia stata presa questa decisione
così poco solidaria con tutti i connazionali che facciamo del nostro meglio
per rappresentare la nostra terra e la nostra cultura nella società
messicana che ci ospita.
Sono insegnante in una Università pubblica messicana e giorno dopo giorno
faccio del mio meglio per trasmettere tutto ciò che ho imparato nella mia
università di origine, l’Università degli studi di Firenze.
Un’altra ragione per cui mi rammarico di non aver potuto partecipare insieme
ai miei connazionali alla cerimonia della Festa della Repubblica è che la
consideravo una delle poche occasioni che avevo per vedere amici e
conoscenti di vecchia data: il dottor Capirossi, la signora Colotti, le
professoresse della nostra lingua all’UNAM, il Dottor Cortesi, Marina Piazzi,
Anna e Vittorio Sacchi…
Mi vengono in mente solo alcuni nomi, ma sicuramente avrei rivisto anche
altre facce volentieri... per ricordare insieme gli amici che se ne sono
andati: il Professor Peconi, il Dottor de Maria, il Dottor Pironti, Giuliana
Cardinale... insomma per ricordare molti italiani che per circostanze della
vita hanno trascorso anni in questa terra messicana.
Forse questa mia esigenza non corrisponde alle necessità dell’istituzione
che rappresenta l’Italia in Messico, pero vorrei farvi pervenire la mia
tristezza senza considerarmi italiana di seconda categoria perché non credo
vi siano queste distinzioni, solo credo che vi siano italiani, funzionari ,
industriali, intellettuali o artisti sensibili ed altri meno.
Concludo con un sentito rammarico che si siano chiuse le porte degli spazi
italiani, le porte di casa che una volta all’anno dimostravano un
riconoscimento per chi mantiene con orgoglio la propria nazionalità.
Vi ringrazio
Dott.ssa Laura Rosseti Ricapito
Tel. 5672.6552 e 04455.1841.1150
Docente investigador
Comunicación y convergencias de medios
Universidad Autónoma Metropolitana
(laura rosseti / puntodincontro)
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9 de junio de 2012 - Estimados editores de Punto d'incontro:
No sé si mi mensaje será publicado, pero lo escribo con el deseo de
comunicar mi estado de angustia debido a la separación de los italianos en
México. Vivo en este país desde hace más de treinta años y es la primera vez
que no tuve la oportunidad de sentirme en territorio italiano, ese
territorio que —ya sea en la embajada, la residencia del embajador o en el
Instituto Italiano de Cultura— siempre había sentido como un pequeño oasis
que todos los años me permitía relacionarme, aún estando en México, a mi
cultura, mi lengua y —por qué no y sin propósitos nostálgicos— al himno
nacional que aprendí en la primaria.
No sé cuáles fueron las razones que motivaron una decisión tan poco
solidaria con todos los compatriotas que hacemos nuestro mejor esfuerzo para
representar a nuestro país y a nuestra cultura ante la sociedad mexicana que
nos acoge. Soy docente en una universidad pública mexicana y día tras día
hago todo lo posible para transmitir lo que aprendí en mi alma mater, la
Universidad de Florencia.
Otra razón por la cual me duele no haber podido asistir a la ceremonia de
la Fiesta de la República junto con mis conciudadanos es que la consideraba
una de las pocas ocasiones en que tenía la oportunidad de ver a viejos
amigos y conocidos: el doctor Capirossi, la señora Colotti, los profesores
de nuestro idioma en la UNAM, el Dr. Cortesi, Marina Piazzi, Anna y Vittorio
Sacchi...
Sólo me vienen a la mente unos pocos nombres, pero sin duda me hubiera
dado mucho gusto ver también otras caras... para recordar juntos a los
amigos que nos han dejado: el Profesor Peconi, el Dr. de María, el doctor
Pironti, Giuliana Cardinale... en fin, para recordar a los muchos italianos
que por diferentes circunstancias han pasado años en esta tierra mexicana.
Tal vez mi exigencia no corresponde a las necesidades de la institución
que representa a Italia en México, pero me gustaría hacerles llegar mi
sentimiento de tristeza, sin considerarme italiana de segunda categoría,
porque no creo que existan estas distinciones, creo que sólo hay italianos,
funcionarios, industriales, intelectuales o artistas, algunos sensibles y
otros no tanto.
Concluyo con mi sincero pesar de que se hayan cerrado las puertas de los
espacios italianos, esas puertas de casa que una vez al año demostraban
agradecimiento y reconocimiento para aquellos que orgullosamente conservan
su nacionalidad.
Gracias
Dra. Laura Rosseti Ricapito
Tel. 5672.6552 y 04455.1841.1150
Docente investigador
Comunicación y convergencias de medios
Universidad Autónoma Metropolitana
(laura rosseti / puntodincontro) |