18 febbraio 2013 - Anche se il ritmo degli scambi tra il Messico e l'Unione europea (Ue) è stato ridotto dalla crisi economica nel vecchio continente, l'attività commerciale tra le due parti continua a crescere e si è tradotta in un aumento medio annuo del 9,8 per cento tra il 2000 e il 2011.

Secondo dati di ProMéxico —l'agenzia per la promozione economica del governo federale messicano— la crescita ha superato il 166% a partire dal 2000, anno in cui è stato firmato l'accordo di libero scambio Messico-Ue. Nel 2001, l'ammontare dell'attività mercantile fu di 22,3 miliardi di dollari, mentre nel 2011 il valore totale delle esportazioni/importazioni ha raggiunto i 56,5 miliardi.
 

«Durante lo stesso periodo, le esportazioni hanno registrato una crescita media annua del 13,3 per cento, mentre le importazioni un tasso medio annuo del 8,4 per cento», spiega Alejandro Hinojos Ramírez, coordinatore per l'Europa, l'Africa e il Medio Oriente di ProMéxico.

Si osserva una grande percentuale di scambi commerciali tra il Messico e l'Unione europea basata su transazioni di tipo intrasocietario, per cui —sebbene il commercio sia in aumento—, questa caratteristica merita ulteriori approfondimenti.

Il funzionario ha sottolineato che un altro fattore che dimostra l'esistenza di una buona relazione d'affari è l'aumento degli investimenti diretti provenienti dall'Unione europea, con una crescita progressiva nel periodo 1999-2011 che ha raggiunto il 37 per cento del totale degli investimenti dall'estero in Messico.

Lorenzo Ysasi, direttore generale del Consiglio Imprenditoriale Messicano per il Commercio Estero, gli Investimenti e la Tecnologia (Comce), ha detto che —pur non esistendo ancora dati precisi sulla crescita di questa relazione commerciale bilaterale nel 2012— si stima che potrebbe essere compresa tra il 6,5 e l'8 per cento.

«La crisi europea potrebbe continuare ancora 2-3 anni, ma il commercio del Messico con l'Ue continuerà a crescere a tassi del 5-10 per cento. E così faranno anche gli investimenti diretti dall'Europa al Messico, dato che questa attività non sembra essere stata colpita», ha aggiunto il direttore del Comce.

UN'IMMAGINE DA CAMBIARE - Secondo Alberico Peyron, presidente della Camera di Commercio Italiana in Messico, fino a qualche anno fa le aziende europee che avevano intenzione di stabilire rapporti commerciali con l'America Latina considervano il Brasile come unica possibilità, dato che l'immagine del Messico in Europa non corrispondeva a quella di un paese d'affari.

«La modernità del Messico è ancora sconosciuta in Europa, prevale la percezione di una nazione rurale e sottosviluppata. C'è ancora molto da fare per diffondere l'immagine corretta di questo Paese nel vecchio continente. Per molte piccole e medie imprese europee, inoltre, è molto difficile ottenere finaziamento in Messico dalle banche locali, il che limita ulteriormente la loro partecipazione», ha aggiunto il dirigente italiano.

 

(milenio.com / puntodincontro / traduzione all'italiano di massimo barzizza)

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18 de febrero de 2013 - A pesar de que el ritmo del intercambio comercial entre México y la Unión Europea (UE) se vio reducido por la crisis económica que atraviesa esa zona, el comercio entre ambas partes sigue creciendo sin dejar de resultar en un aumento de 9.8 por ciento anual entre 2000 y 2011.

Según datos de ProMéxico, agencia de promoción económica del gobierno federal, el intercambio comercial entre ambas partes ha crecido más de 166 por ciento desde el año 2000 con la firma del Tratado de Libre Comercio Unión Europea-México, pues aunque en 2001 el comercio entre ambas partes representaba 22 mil 260 millones de dólares, para 2011 significó alrededor de 56 mil 530 millones de dólares.
 


 

Dentro de ese mismo periodo de 2001 a 2011, las exportaciones registran una tasa media anual de crecimiento de 13.3 por ciento, mientras que las importaciones una tasa media anual de 8.4 por ciento, detalló Alejandro Hinojos Ramírez, coordinador para Europa África y Medio Oriente de ProMéxico.

Señaló que un gran porcentaje del comercio entre México y la UE es “intracompañías” o “intrafirmas”, por lo que si bien es cierto que la relación se ha incrementado, se desconoce a qué patrón obedece este hecho.

El funcionario puntualizó que otro factor que habla de una buena relación comercial es la creciente inversión extranjera directa proveniente de la UE, pues se observa que ésta se ha incrementado progresivamente en el periodo 1999-2011 y la suma de las inversiones de países de esa región en México representó 37 por ciento del total de inversión extranjera directa en el país.

Lorenzo Ysasi, director general del Consejo Empresarial Mexicano de Comercio Exterior, Inversión y Tecnología (Comce), dijo que —a pesar de que no se cuenta todavía con datos exactos acerca del crecimiento que registró esta relación comercial bilateral en 2012— se estima que pueda estar entre 6.5 y 8 por ciento.

«Se prevé que esta crisis continuará 2 a 3 años más, pero el comercio mexicano con la Unión Europea seguirá creciendo en rangos de 5 a 10 por ciento. También la inversión extranjera directa de Europa hacia México, pues esa no se ha visto afectada», puntualizó el director del Comce.

A REVERTIR IMAGEN - Alberico Peyron, presidente de la Cámara de Comercio de Italia en México, señaló que hasta hace unos años las empresas europeas que querían comerciar en América Latina solamente veían a Brasil como una opción puesto que la imagen que tiene México en Europa no era la de un país de negocios.

«No se conoce a México como el país moderno que es, todavía predominan imágenes del país rural y subdesarrollado, pobre y de playas. Hay gran asignatura pendiente en cuanto la imagen de México en Europa», señaló el dirigente italiano.

Agregó que, de igual forma, a las empresas pequeñas y medianas europeas les resulta muy difícil llegar a México y ser sujetos de crédito para los bancos que operan en este país, lo que también limita su participación.

 

(milenio.com / puntodincontro / traducción al italiano de massimo barzizza)