Italia del nuoto: medaglie e record

Tutto in una sola giornata

 

MELBOURNE, 25 marzo 2007. - La spiaggia, il trampolino e poi il tempio del tennis trasformato in piscina. L’Italia del nuoto si fa in tre e trionfa ai mondiali di Melbourne: in una sola giornata tre medaglie che si sono rincorse e passate il testimone dai tre siti simbolo del mondiale australiano più una serie di record che ne accrescono il valore.

Il giorno dell’Italia da podio comincia con l’argento conquistato dopo cinque ore in balia di onde e corrente da Marco Formentini: un’impresa nella 25 km quella del fondista ligure, a 37 anni il più anziano di tutta la spedizione azzurra. «Questa medaglia è un miracolo, per me vale oro» ha detto il nuotatore, che a ottobre diventerà papà.

Si prosegue con la tavola da tre metri, Aquatic Centre, a due passi dall’Albert Park dove solo una settimana fa hanno sfrecciato le monoposto per il primo giro d’onore del mondiale di Formula 1: Tania Cagnotto è andata a prendersi il bronzo dal trampolino. È una conferma, dopo la medaglia dello stesso colore conquistata a Montreal due anni fa. Quel bronzo fu storico perchè regalava all’Italia dei tuffi la prima medaglia al femminile; sensazionale questo australiano, perchè la bolzanina è l’unica europea a stare dietro alla Cina, superpotenza che a Pechino il prossimo anno farà medagliere olimpico a sè.

E le due medaglie hanno fatto da ricco antipasto all’exploit serale: perchè il tris lo completa, nel cuore del parco di Melbourne, a due passi dalla City, il secondo posto con record europeo della 4x100 sl. A trascinare la quaterna d'argentop ci ha pensato Filippo Magnini, il re dei 100 due anni fa a Montreal: il pesarese è una spanna sopra a tutti, nuota come un siluro lasciandosi alle spalle tutti gli avversari. Super Pippo ha fatto molto di più, facendo fermare il crono a 47»18: la frazione più veloce, anche di quella dell’americano Lezak che ha portato comunque all’oro gli Usa, il primo degli otto annunciati di Michael Phelps. La delusione per l’esclusione dalla finale dei 400 sl di Massimiliano Rosolino sfuma così nel podio per quattro: e il campione di Sydney è stato chiamato d’urgenza a rimpiazzare per la finale Lorenzo Vismara, troppo fiacco nei primi 100 m in batteria.

E fa benissimo anche Federica Pellegrini: al suo primo 400 sl sulla scena internazionale, l’azzurra polverizza per due volte il record italiano: 4’05«79 il tempo in finale, che lima di molto il 4’08»43 di Alessia Filippi. Finisce quinta, nella prima gara vinta dalla supersonica Laure Manaudou: la francese ha fatto gara a sè a caccia del record del mondo, che però non è arrivato.

E avanza anche il Setterosa: 7-6 all’Olanda che significa quarti di finale contro l’Australia. Il mondiale australiano fa ingranare bene l’Italia e sorprende: nella finale dei 400 sl, in cui ha trovato il sesto posto l’esordiente Federico Colbertaldo, Grant Hackett, l’eroe di casa, finisce terzo. Tae Hwan Park vince il titolo regalando alla Corea il primo oro in vasca; alle sue spalle il tunisino Oussama Mellouli. Entrambi davanti ad Hackett.

 

Da La Stampa.it