16 novembre 2007. - L’Italia vince la World Cup femminile di pallavolo e chiude imbattuta il torneo che si conclude oggi in Giappone. Nell’ultima giornata, le azzurre hanno battuto gli Stati Uniti 3-0 (25-20, 25-18, 27-25) ottenendo l’undicesima vittoria in altrettanti incontri disputati. Già ieri, con il 3-0 su Cuba, il sestetto del ct Massimo Barbolini aveva conquistato la qualificazione alle Olimpiadi di Pechino 2008.

Il ruolino di marcia dell’Italvolley è impressionante: 11 vittorie in altrettante gare, 10 con il punteggio di 3-0, 21 successi consecutivi dall’8 settembre ad oggi. Una serie che mai nessuna nazionale italiana di qualsiasi disciplina era mai riuscita a inanellare.

Alla vigilia dell’ultimo impegno, tra la squadra di Barbolini ed il primo trionfo in World Cup c’era solo un sofismo aritmetico: bastavano 4 punti per archiviare la pratica. L’ultima gara di questa faticosa ed interminabile manifestazione, seppur giocata ad un livello inferiore rispetto alle grandi prove offerte nell’arco di quindici giorni, ha confermato che l’Italia è forte in campo, è forte di testa, ha fame di vincere e non regala niente a nessuno.

Contro gli Stati Uniti è arrivato un nuovo 3-0, figlio di due set iniziale discreti e di un terzo più sofferto, perchè quando tutti gli obiettivi sono stati centrati è diventato più difficile conservare la concentrazione. Gli Usa con orgoglio hanno cercato di riaprire il match o almeno di portare a casa un parziale, ma non ce l’hanno fatta perchè le azzurre, ancora prive del loro capitano Eleonora Lo Bianco, nella terza frazione hanno saputo annullare la palla set alle americane e chiudere perentoriamente con un muro di Jenny Barazza.

È la prima volta che la nazionale femminile azzurra vince la prestigiosa manifestazione: lo fa dimostrandosi invincibile, eguagliando il percorso netto realizzato dai colleghi maschi nel 1995. Allora quella squadra di Julio Velasco era all’apice del suo splendore: il sestetto di Barbolini, invece, dà la sensazione di essere ancora all’inizio della sua storia, pur avendo già in tasca anche un oro continentale.

 

(La Stampa.it)