Nuovi stimoli dai giovani
Sardegna - Convegno della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.

 

MILANO, 6 ottobre 2006. - Le Federazioni e le Associazioni dei Sardi attive in Italia e nel mondo sono state, fin dal loro nascere, interpreti delle attese umane, sociali e culturali dei molti corregionali che per trovare lavoro e prospettive di vita hanno lasciato l’isola, aiutandoli nel loro inserimento sociale, lavorativo e nel mantenimento delle relazioni con la terra d’origine.

Ne abbiamo avuto conferma partecipando al IV Congresso Nazionale della FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, che ha riunito a Milano 280 delegati dei 65 Circoli sardi aderenti alle 4 Circoscrizioni della penisola; e più di 60 sardi residenti all’estero. Il tema del Congresso: «I Sardi nel mondo: una rete per la conoscenza e l’innovazione» era di grande attualità e ha trovato sviluppo nell’intervento iniziale dell’assessore regionale al Lavoro, Maddalena Falerno, e nella relazione del presidente della FASI, Tonino Mulas. Fin dalle prime battute dell’assessore, si è colto che l’immagine dei sardi che hanno lasciato l’isola per trovare lavoro e sicurezza sociale, non è più legata a vecchi stereotipi.

Oggi sono cresciuti socialmente e culturalmente, e per essi la comunicazione ha un ruolo specifico per l’incremento della conoscenza e per l’innovazione dei loro rapporti con la Sardegna e con i circoli operanti in Italia e nel mondo. «Oggi un cittadino sardo non deve più rivolgersi al politico di turno per sapere cos’ha deliberato la sua regione: per conoscere le delibere, le determinazioni e i bandi approvati solo un’ora prima dalla Giunta, basta che accenda il suo computer» ha affermato Maddalena Salerno.

La rivoluzione tecnologica e culturale che sta trasformando il mondo della comunicazione pone delle grandi sfide alle istituzioni nazionali, regionali ma anche alle associazioni. «Come mantenere e cambiare i Circoli rispetto all’evoluzione in atto e in un mondo globalizzato? Ha ancora senso parlare di Circoli sardi, in un’Europa che non ha abbattuto solo i dazi doganali, ma ha acconsentito la libera circolazione delle merci e delle persone; in un momento in cui tanti nostri giovani vivono la mobilità non più come emigrazione ma come opportunità e fattore di arricchimento?», si è chiesto l’assessore. La risposta è stata «sì» in virtù della convinzione che oggi viviamo in un mondo complesso, e il cosiddetto villaggio globale che consente grandi opportunità di comunicazione e relazione tra soggetti diversi oltre che di conoscenza di tutto ciò che accade nel mondo, tende però a cancellare identità e diversità. «Credo che la globalizzazione possa essere vissuta come opportunità solo se rimangono le identità, solo se ciascuno di noi può essere se stesso pur essendo parte attiva del mondo».

Nella seconda parte del suo intervento l’assessore ha illustrato le recenti leggi approvate, la riscrittura dello Statuto regionale e la riforma elettorale che riconosce ai sardi residenti in Italia e in altri Paesi una partecipazione più attiva alla vita regionale. Attenzioni prioritarie saranno rivolte, dalla nuova Consulta, alle istanze dei giovani e all’attività delle donne sarde che in seno ai circoli sono portatrici di valori. «Voi non siete, per noi sardi residenti, quelli che vivono dall’altra parte dell’isola: insieme siamo il popolo sardo», ha concluso l’assessore.

Il presidente Tonino Mulas ha iniziato la sua relazione mettendo in evidenza due questioni politiche di particolare rilievo: il voto in loco e il riconoscimento, da parte del nuovo Statuto regionale, del ruolo dei sardi residenti fuori dell’isola. Se le recenti votazioni hanno dato grande visibilità alla presenza dei connazionali all’estero, l’approvazione del nuovo Statuto costituisce una novità che può fare da traino per lo sviluppo di nuove responsabilità all’interno dei circoli, e trasmettere motivazioni capaci di coinvolgere le nuove generazioni. I Circoli sorti negli anni Settanta come luoghi d’accoglienza e centri sociali, oggi si sono caratterizzati per iniziative che fanno conoscere il patrimonio culturale e le emozioni di una terra che rimane punto di riferimento incancellabile. Tra queste, Mulas ha ricordato le «Settimane Sarde» con la presentazione dei prodotti dell’arte, dell’artigianato, della cucina dell’isola, o la «Sardegna per immagini» con proiezioni di film o altre opere di registi e scrittori sardi. È sempre l’amore per la Sardegna che lega anche i figli delle vecchie generazioni benché dimostrino una certa difficoltà ad inserirsi nei Circoli. Pensando a loro, Mulas ha lanciato un appello: «Ci sarà un futuro solo se all’interno dei Circoli avverrà un ricambio generazionale con capacità d’attrazione e d’accoglienza verso i nuovi arrivati, e offrendo ai giovani responsabilità e margini di libertà che non sono stati dati in passato». Mulas è convinto che per l’animazione delle nuove generazioni sarde residenti all’estero, lo studio dell’italiano, le borse di studio nelle università italiane, gli stage a cura delle regioni e delle Camere di Commercio, i corsi di formazione in loco siano la strada obbligata e urgente da percorrere. Mulas ha rimarcato che i circoli sardi hanno avuto il difetto dell’autoreferenzialità: «Oggi sta crescendo la consapevolezza che bisogna collaborare di più con gli Istituti Italiani di Cultura all’estero, con la Dante Alighieri, con gli enti di formazione, con la stampa per gli italiani all’estero, con altre comunità regionali, sindacati e patronati». Si coglie nelle sue affermazioni il desiderio di togliere atteggiamenti di chiusura dalla gestione dei Circoli, e di offrire invece stimoli per aprirsi al futuro, aprendo a forme di collaborazione con il mondo associazionistico e istituzionale italiano.

I contenuti delle relazioni dell’assessore e del presidente della FASI hanno avuto riscontro anche negli incontri del Gruppo giovani e del Gruppo donne. «Non possiamo aspettare che siano i Circoli a fare qualcosa per noi, ma dobbiamo essere noi promotori e artefici di creatività», ha affermato Simone Pisano, coordinatore del primo gruppo. I giovani hanno espresso il bisogno di una loro maggiore partecipazione corresponsabile «in rete» con gli altri dei circoli. Donatella Fancello, del Gruppo giovani di Torino, ha parlato del Progetto Atlante e dell’esperienza dei rapporti interculturali promossi dal suo Circolo. Interessanti le esperienze dei giovani dei Circoli di Bologna, Milano, Firenze, La Spezia e Rivoli per la programmazione di incontri musicali, rassegne di film e festival che hanno portato nelle varie città il patrimonio della cultura sarda.

Simon Orrù del Circolo di Firenze sottolinea che questo incontro «è stato un forte momento di verifica per far vedere qual è oggi il rilievo dei sardi fuori dell’isola, per garantire ai giovani una partecipazione nei direttivi dei Circoli e della Federazione dove portare idee e proposte. Ho suggerito la costituzione di una commissione di giovani interna alla federazione – rammenta Orrù – affinché oltre ad essere accolti e appoggiati dai Circoli d’appartenenza, abbiano la possibilità di avviare con altri coetanei un processo di valorizzazione della cultura della Sardegna. Se siamo la forza del futuro, come tanti hanno sostenuto, come giovani sardi residenti in Italia e all’estero possiamo dare all’isola motivi e stimoli per rinnovarsi e cambiare stereotipi e vecchie immagini».

Il Congresso, condotto sotto la presidenza di Serafina Mascia responsabile del Circolo culturale sardo di Padova, ha offerto a tutti i partecipanti la soddisfazione di sentirsi protagonisti delle giornate di riflessione e di verifica. E si è concluso con l’elezione del nuovo Comitato esecutivo della FASI. Antonino Mulas è stato confermato presidente; Serafina Mascia, vicepresidente vicario; Simone Pisano vicepresidente; e poi Pasqualina Pira, Paolo Pulina, Virgilio Mazzei e Luciano Locci. Ad essi vanno aggiunti Filippo Soggiu, presidente onorario; Pierangela Abis e Giuseppe Timore, coordinatori dei movimenti femminile e giovanile.