Al via il nuovo piano territoriale regionale per l'Emilia-Romagna

Iniziati i lavori per realizzare il documento che stabilisce obiettivi di sviluppo e qualità.

18 luglio 2007. - "Una regione attraente" da un punto di vista economico, sociale e culturale in grado di competere e attrarre capitali e cervelli. È questa l´affermazione che accompagnerà i lavori del Piano territoriale regionale (Ptr) partiti a Bologna, nella sala Italia del Palazzo dei Congressi.

Il Ptr, principale strumento di programmazione territoriale della Regione Emilia-Romagna, è il documento strategico che traccia la rotta di quello che dovrà essere il "sistema Emilia-Romagna" del futuro stabilendo precisi obiettivi di sviluppo e di qualità per l´Emilia-Romagna che verrà, all´interno del più generale contesto nazionale ed europeo. Il documento definisce tra l´altro indirizzi e direttive alla pianificazione di settore, ai Ptcp provinciali e agli strumenti della programmazione negoziata. Tra i temi affrontati anche il Piano territoriale paesistico regionale.

A 15 anni di distanza dal primo Ptr, la Giunta della Regione - su proposta dell´assessore Luigi Gillli - ha redatto le linee di indirizzo avviando così, formalmente, il percorso per la definizione del nuovo Piano. Si apre ora un´ampia fase di consultazione, che prevede una forte partecipazione delle istituzioni e della società emiliano-romagnola. Oltre a quanto strettamente previsto dalla normativa, saranno affiancate alle nove Conferenze di Pianificazione provinciali - in programma in tutte le Province il 17 luglio - anche alcuni Forum tematici rivolti alle forze economiche, sociali e culturali dei diversi territori della regione.

 

Le parole chiave del Piano territoriale regionale

Il Prt fissa alcuni obiettivi strategici e il primo di questi è la qualificazione dei sistemi territoriali, perché sempre più la competizione avviene anche a livello internazionale. In questa chiave dovranno essere affrontati i temi della riqualificazione urbana, della localizzazione dei servizi, della innovazione e adeguamento delle reti di trasporto e comunicazione, della qualificazione ambientale, degli insediamenti produttivi. Passando da un approccio di rete, ad un approccio di sistema e andando oltre la scelta del policentrismo che ha caratterizzato gli ultimi anni di programmazione, al fine di valorizzare meglio le specifiche eccellenze e le naturali vocazioni dei singoli territori, a cominciare da Bologna città metropolitana. Sulla rotta tracciata dalle strategie Ue di Lisbona e Goteborg sull´economia della conoscenza e della sostenibilità dello sviluppo, l´obiettivo è quello di accrescere la qualità, l´efficienza, l´identità dunque la coesione territoriale del sistema regionale.

A questo tema ne sono strettamente collegati altri come l´attrattività territoriale, condizione per promuovere l´internazionalizzazione delle imprese, ma anche lo sviluppo delle reti di conoscenza e dei poli regionali di innovazione. Il tutto all´interno di una nuova governance regionale declinata su una maggiore cooperazione e semplificazione istituzionale.

Altro obiettivo forte sarà la sostenibilità ambientale: si tratta di un obiettivo trasversale che riguarda ogni scelta economica, insediativa, di sviluppo. Ridisegnare dunque i "luoghi dell´abitare e del produrre" dopo la dispersione insediativa degli ultimi decenni, puntando sullo sviluppo dell´economia della conoscenza, sulle nuove tecnologie e favorendo il più possibile la cooperazione tra sistemi urbani e produttivi. In questo quadro dovrà essere riorganizzato il sistema della mobilità di persone e merci, puntando soprattutto sulla plurimodalità e sulla salvaguardia ambientale.

Il Ptr delineerà anche un nuovo welfare in grado di sostenere le sfide poste dai mutati contesti sociali per costruire un messaggio forte di valori, di opportunità e di fiducia prima di tutto per le nuove generazioni. I temi sono tanti: le nuove povertà, l´immigrazione, l´invecchiamento della popolazione, i giovani, la tutela della salute.

(Ermes)