19 novembre 2011. - Sulla paternità del torrone (come su molte paternità,
no?) esistono più storie, più dispute, più contrasti. Ma non sulla
madrepatria italiana del torrone che, senza ombra di dubbio, è Cremona. Non
sentite, fin da qui, il profumo che sale dalle padellone degli ambulanti che
preparano in diretta questa meraviglia? Ne sarà piena la città dove il
torrone nacque ufficialmente per il matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca
Maria Visconti, il 25 ottobre del 1441. Come spesso succede, al (fantasmagorico)
banchetto nuziale venne servito un dolce inventato per l'occasione: il
torrone. Ebbe questo nome perché fu presentato sotto forma di un'alta torre,
molto somigliante al Torrazzo che sovrasta la città. E un corteo storico con
140 figuranti in vestiti d'epoca, oggi alle 16, da Palazzo Cittanova a
Piazza del Comune (con origine, però, al Castello Sforzesco di Milano, in
mattinata), rievocherà l'arrivo di Bianca, figlia di Filippo Maria, in città.
Era vestita di rosso, il colore dell'ariete, e montava un cavallo bianco.
La festa del torrone di Cremona del 2010.
Sarà il momento clou della Festa del Torrone che, da ieri a domani,
trasforma Cremona nel paradiso dei bambini e di quelli che guardano la
glicemia con sprezzo del pericolo. Un luogo meravigliosamente dolce e
gustoso, qualcosa di adeguato alla stagione, al freddo, alla nebbia, alla
grande pianura. Ci saranno tutti i più famosi marchi, ma anche gli ambulanti,
quelli che nelle sagre paesane costringono con il naso all'insù i nostri
figli con i loro balocchi di zucchero. E poco importa ai ragazzini (ma anche
a noi) se siano stati i greci ad aver inventato il torrone per via della
città macedone di Toroni, o piuttosto se sia di derivazione araba, portato
da un mercante in tempi lontani, o venga dal nome del cuoco che lo brevettò
(Arturo, in arte e in dialetto «Turo»), o, ancora dallo spagnolo «torron»,
che riprende il latino «torrere» (tostare), oppure da «turrar» (abbrustolire).
In questo fine settimana a Cremona si può girare, degustare (come si lega il
torrone alla birra o al brandy?), ascoltare (dibattiti, presentazioni di
libri), vedere (la proiezione di «Viaggio nella Valle del Po. Alla ricerca
dei cibi genuini» del nostro guru Mario Soldati), tifare (disfida del
Tortello) ma anche scoprire la città e la sua cucina, che è lì, buona e
calda, magari dentro qualche antico palazzo: marubini ai tre brodi, trippa,
mostarde e bolliti, oca, tortelli di zucca. E, infine, sperimentare qualcosa
di nuovo al rinnovato hotel Continental, antico approdo di quando venivamo
in città per seguire la Cremonese del leggendario Domenico Luzzara, l'unico
presidente di calcio che, quando retrocedeva, faceva una festa. Al «Quarto»,
ristorante con vista del Continental, ora «esercita» Maura Gosio, ottima
cuoca, per 12 anni alla Piazzetta di Ferno. La sua filosofia si racchiude in
due verbi, valorizzare e inventare. La ricetta qui sotto lo conferma. E da
qualunque luogo sia partito il torrone, ora è arrivato alla fine del
viaggio.
19 de noviembre de 2011. - Sobre la paternidad del turrón (como en muchos
casos de la paternidad, ¿no?) hay innumerables historias, conflictos y
contrastes. Pero no en el caso del turrón italiano que, sin lugar a dudas,
es de Cremona. ¿No huelen, desde aquí, el olor que sale de los sartenes de
los ambulantes que preparan en vivo esta maravilla? Habrá muchísimos de
ellos en la ciudad donde el turrón nació oficialmente en ocasión del
matrimonio entre Francesco Sforza y Bianca Maria Visconti, el 25 de octubre
de 1441.
Como suele suceder, durante el banquete de bodas se sirvió un postre
inventado para la ocasión: el turrón. Se le dio ese nombre porque fue
presentado en forma de una torre alta, muy similar al Torrazzo de la ciudad.
Y hoy un desfile con 140 participantes vestidos con trajes de época,
recordará la llegada de Bianca, hija de Felipe María, a la ciudad. Estaba
vestida de rojo, el color de su signo zodiacal, y montaba un caballo blanco.
Será el punto culminante de la fiesta del turrón que, desde ayer y hasta
mañana, convierte a Cremona en un paraíso para los niños y para los que
desafían con valentía los altos niveles de azúcar en la sangre.