Errani e la memoria

Il corsivo del Presidente della Regione Emilia-Romagna
su uno dei periodi più bui della storia.

27 gennaio 2009. - Su quale memoria condivisa possono basarsi il presente e il futuro del nostro Paese? Che valore hanno termini come Democrazia, Pace, Libertà, Resistenza? In occasione del rinnovarsi della Giornata della Memoria, ricorrenza dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, è doveroso interrogarsi sull’attualità dei valori fondanti del nostro sistema democratico e sulla necessità di una trasmissione della storia in termini non dettati da un’inutile strumentalizzazione politica.

Con operazioni spregiudicate spesso si è tentato di riscrivere episodi della storia, ad uso e consumo di teorie che vorrebbero un passato diverso da quanto realmente sia accaduto.

E’ su questa scia che si colloca l’ennesimo attacco, stavolta alla memoria, alla figura ed all’operato del comandante Bulow, quell’Arrigo Boldrini di cui ricorre in queste ore l’anniversario della morte, che è stato un protagonista limpido, fondamentale, prezioso nell’ambito della Resistenza come nella nostra Italia democratica, cui dedicò l’intera vita con l’impegno parlamentare e sociale.

Il Giorno della Memoria deve dunque continuare ad essere, soprattutto per i giovani, un momento dedicato alla conoscenza, senza che qualcuno si lasci condizionare da faziosità strumentali. Deve essere un 27 gennaio in cui si rifletta su cosa abbiano significato le stragi nazifasciste per gli italiani, cosa siano le leggi razziali e la Shoah, cosa accadde nel periodo in cui nacque la nostra Italia moderna. Perché la Memoria coltivi gesti e azioni che contrastino la cultura dell’odio.

 

(Vasco Errani)