Torino a 30 all'ora
La città dell'auto abbassa i limiti di velocità nel quartiere più popoloso.
Via semafori e strisce: pedoni e bici hanno sempre precedenza.

Torino, il Monviso visto dal quartiere Santa Rita.29 luglio 2008. - Lumache a quattro ruote. Automobili che scivolano pigre sull’asfalto non superando mai la velocità massima (sì, massima) dei 30 all’ora.

Quel segnale stradale che non sarebbe mai andato giù a Filippo Tommaso Marinetti è spuntato già in parecchie cittadine, in Italia. A Chambery poi, l’esperimento è partito addirittura alla fine degli Anni 70. Centri storici grandi come fazzoletti, cari alle Soprintendenze, buoni per farci una relazione a un convegno: «Vivere slow: anche in mezzo al traffico». Ma in una metropoli, fino a poco tempo fa, l’invito a non superare la velocità di una bicicletta avrebbe fatto sorridere. E non solo i pedoni. Stavolta, però, a imprimere a questa tendenza di nicchia una velocità inversamente proporzionale a quella richiesta, è arrivata la città dell’auto, Torino. Zitta zitta, la metropoli che dopo le Olimpiadi ha messo il marchio «Turin always on the move» anche sulla carta da lettere del sindaco, ha deciso di rallentare. Come? Trasformando una buona fetta del suo quartiere più popoloso, e semicentrale, Santa Rita (104 mila abitanti), in una Paperopoli edizione mignon, dove l’auto con maggior ripresa ha la grinta della 313 rossoblù dello sfigatissimo Paolino.

Un villaggio motorizzato a misura di bambino come si può trovare soltanto nei fumetti. Per adattare questo sogno a una metropoli vera si è dovuto scomodare il Politecnico. Poi si coinvolgeranno le scuole. E anche tutti gli abitanti sono stati informati del progetto, che pare attendano con il fiato sospeso. Anche perché - simulazioni alla mano (fornite appunto dagli ingegneri) - questa piccola grande rivoluzione abbatterà gli incidenti del 60 per cento, e lo smog del 40.

In questo quartiere residenziale a due passi dalla centralissima piazza San Carlo la rivoluzione partirà a fine agosto. Gli operai del Comune cominceranno a piazzare cartelli con sopra scritto «zona traffic calming, lavori in corso», a eliminare tutti i semafori, riasfaltare le vie con bitume fonoassorbente per ridurre l’inquinamento sonoro, creare chicane e aiuole capaci di rendere la vita impossibile a chi ama pigiare sull’acceleratore, ma migliorare le giornate di bambini e anziani che vogliono riscoprire il proprio quartiere in edizione slow.

«Questo è soltanto un primo passo - annuncia l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero - ma dopo una fase sperimentale pensiamo di moltiplicare questi quartieri in tutta la città: abbiamo cominciato dalla zona di Santa Rita perché quel quartiere ha fortemente voluto fare da apripista. Ma nulla ci vieterà di trasformare presto anche il centro storico in zona a traffico calmierato».

Anche se può sembrare strano il paradiso dei pedoni non avrà nemmeno bisogno delle strisce disegnate sull’asfalto. Perché la regola che vale in tutto il quartiere è che qualunque passante ha la precedenza rispetto all’auto. Anzi il codice è più complesso: pedone precedenza assoluta, biciclette e mezzi elettrici precedenza sulle auto che comunque non devono mai superare i 30 chilometri all’ora.

A delimitare l’accesso alla nuova riserva del traffico torinese saranno venti porte su cui campeggerà la scritta «Zona 30». Sarà quindi praticamente impossibile per l’automobilista non rendersi conto che in quella porzione di città è lui che deve cedere il passo. Sempre.

Tutte le scuole del quartiere sono già state allertate: «Bambini - hanno detto loro le maestre - stiamo costruendo un pezzetto di città a misura vostra e dei vostri nonni. Aiutateci, faremo più in fretta». Ed ecco che a partire da settembre - a cantieri appena avviati - gli operai del Comune potranno usufruire di un aiuto d’eccezione: scolari e maestre armati di pennelli e attrezzi.

Un altro segno particolare di questa rivoluzione del traffico in chiave slow sta nel suo essere riuscita a mettere d’accordo sinistra e destra. «E’ incredibile - spiega il presidente di Santa Rita Andrea Stara - ma abbiamo vinto il bando grazie al fatto che questo progetto è stato voluto fortemente da tutti, maggioranza e opposizione». Generalmente fuoriclasse nell’andare lenti.

 

(La Stampa.it)