Gian Franco e gli Ufo

Intervista a Gian Franco Lollino, dell'osservatorio di Saludecio in Emilia-Romagna.
seconda parte.

Una foto del Progetto Hessdalen che mostra luci simili a quelle osservate sull'Adriatico.

 

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Leggi la prima parte

 

1 luglio 2011. - In alcuni numeri della rivista UFO Notiziario, ora UFO Magazine, è stato detto che dal vostro osservatorio siete riusciti a documentare il passaggio di alcuni fenomeni luminosi, se non erro dal 1997, solo recentemente però si è imputato ad alcuni di questi fenomeni una spiegazione razionale ... può raccontarci le caratteristiche di questi fenomeni e dirci come siete riusciti a spiegarli?

Vero, uno dei risultati tangibili ottenuti è stato proprio quello di aver documentato e separato dalla casistica misteriosa ciò che avevamo sospettato da tempo ma che non avevamo avuto modo di documentare: si tratta del lancio di flares, durante esercitazioni militari da parte di aerei F16, provenienti da varie basi Nato del Nord Italia al largo oltre 20 Km dalla costa. Era noto che davanti alle nostre coste ci fosse un poligono aereo riservato a questo tipo di operazioni.

All’epoca avevamo approntato una tecnica di ripresa ottica che utilizzava una camera ccd con un reticolo di diffrazione per ottenere uno spettro di queste luci.

Sarebbe stato bello in via sperimentale dimostrare la natura “militare” dei flares attraverso le righe di emissione del Magnesio e del Fosforo … ma non ci fu occasione perchè nel luglio del 2009, stranamente, queste esercitazioni furono organizzate proprio vicino alla costa e quindi, in maniera davvero banale, siamo riusciti a filmare in maniera inequivocabile alcuni lanci di questi dispositivi antimissile.

Nonostante un nostro comunicato stampa, i giornali locali continuarono a dare spazio alle innumerevoli segnalazioni da parte di cittadini increduli e affascinati da quegli spettacolari fenomeni luminosi.

Ricevemmo anche messaggi e lettere di protesta a dire il vero, a dimostrazione di ciò che ho sperimentato per anni di inchieste sul campo e cioè che molte persone vedono ufo indipendentemente dalla loro reale natura.

Detto questo, ci tengo ovviamente a sottolineare il fatto che il CROSS Project è ancora attivo perché non tutti i fenomeni luminosi osservati sono stati spiegati e, alcuni di questi, sono davvero intriganti perchè lontani da un qualsiasi modello fisico teorico.

Che genere di ricerca adottate per monitorare la zona adriatica? Con quali strumentazioni?

In questa ricerca, prima di ogni altro strumento abbiamo messo in pratica anni di esperienza osservativa e tutto il buon senso e sangue freddo necessario per essere osservatori asettici senza eccessivi coinvolgimenti emotivi. Dico questo perché durante le nostre sessioni di monitoraggio durante il 2002 fino al 2004 l’apparizione improvvisa delle brillanti luci rosso arancio, risultate poi essere flares militari, creavano delle vere e proprie scariche di adrenalina, che rendeva difficile a livello di controllo mentale, la lucidità necessaria per fare altre valutazioni oltre al già difficile uso degli strumenti che avevamo approntato per l’acquisizione delle immagini. Il tutto era davvero emozionante e potevamo ben comprendere quali reazioni potessero provocare in un osservatore occasionale.

La strumentazione fin’ora utilizzata, come sintetizzato nell’acronimo CROSS, si basa fondamentalmente sull’acquisizione di immagini foto, video, osservazioni visive attraverso strumenti ottici come binocoli a vari ingrandimenti e nel campo radio. Quest’ultimo settore di ricerca ha avuto due fasi. Inizialmente ci siamo appoggiati totalmente all’esperienza e alle metodiche già collaudate dei ricercatori, veterani delle missioni in Norvegia, con i Project Hessdalen. Infatti nel maggio 2005, siamo stati autorizzati ad usare il radar ad impulsi UHF (439Mhz), già utilizzato nella valle norvegese dal Team di Montebugnoli e Monari del dipartim IRA-INAF di Medicina (BO). Da questa cooperazione ne scaturì la costruzione di una nuova antenna, da accoppiare al radar. La configurazione, a differenza del sistema usato in Norvegia nel corso delle missioni Embla, è di 4 antenne Yagi 19 elementi invece di 3, e l'utilizzo di cavi coassiali da 1/2 pollice, tagliati e intestati (senza abbondanza) per ottenere una dispersione veramente minima.

Nel giro di due mesi costruimmo l’antenna ma per un problema probabilmente legato ai connettori N, usati per cablarla ai cavi a bassa dispersione, non riuscimmo ad usarla subito. Dopo l’intervento di Montebugnoli e Monari per cercare di risolvere il problema subimmo purtroppo un atto vandalico nel sito di monitoraggio di Gabicce che pose fine a quell’esperimento.

Ora ci siamo dotati di un ricevitore VLF accoppiato con un’antenna marconiana sempre nelle frequenze VLF, un pc e una scheda di acquisizione audio… il tutto rigorosamente portatile..

 

Continua ...

 

(di enrico pennazza / ufoskywatching.com / puntodincontro)

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Lee la primera parte

 

1 de julio de 2011. - En algunos números de la revista UFO Notiziario (Noticias de OVNIs), —ahora llamada UFO Magazine— se informó que desde su observatorio fueron capaces de documentar el paso de algunos fenómenos de luz, creo que desde el año 1997. Sólo recientemente —sin embargo— se ha dado a algunos de estos fenómenos una explicación racional ... ¿Nos puedes dar más información acerca de sus características y decirnos de qué manera lograron explicarlos?

Es cierto. Uno de los resultados tangibles obtenidos fue precisamente documentar y separar de esa aura de misterio lo que sospechábamos desde hace algún tiempo pero no habíamos podido comprobar: se trata del lanzamiento de bengalas durante los ejercicios militares de aviones F-16, provenientes de varias bases de la OTAN en el norte de Italia a 20 kilómetros de la costa. Se sabía que frente a nuestras costas existía un polígono reservado para este tipo de operaciones.

En esa época habíamos preparado una técnica de filmación que utilizaba una cámara CCD con una rejilla de difracción para obtener un espectro de estas luces.

Hubiera sido bueno poder demostrar la naturaleza "militar" de los brotes a través de las líneas de emisión de magnesio y de fósforo ... pero no hubo necesidad, dado que en julio de 2009, curiosamente, estos ejercicios se llevaron a cabo muy cerca de la costa y por lo tanto —en manera muy trivial— pudimos hacer tomas inequívocas del lanzamiento de algunos de estos dispositivos anti-misiles.

Pese al hecho de que publicamos un comunicado de prensa al respecto, los periódicos locales continuaron a dar cabida a los numerosos informes de personas incrédulas y fascinadas por esos fenómenos luminosos espectaculares.

También recibimos mensajes y cartas de protesta por haber dicho la verdad, lo que demuestra lo que he vivido durante años de investigaciones de campo: el hecho de que muchas personas ven OVNIs, independientemente de su verdadera naturaleza.

Dicho esto, obviamente, quiero hacer hincapié en el hecho de que el proyecto CROSS todavía está activo, ya que no todos los fenómenos de luz observados han sido explicados y algunos de ellos son de veras extraños, ya que se encuentran lejos de cualquier modelo físico y/o teórico.

¿Qué tipo de investigación se ha adoptado para vigilar la costa del Adriático? ¿Con qué herramientas?

En esta investigación, antes que cualquier otra herramienta, hemos implementado años de experiencia en observación y todo el sentido común y frialdad necesarios para poder llevar a cabo nuestra actividad sin sobresaltos y sin excesivas implicaciones emocionales. Digo esto porque durante nuestras sesiones de seguimiento durante el año 2002 hasta el 2004, la aparición repentina de las luces brillantes color naranja, que después resultaron ser bengalas militares, creaban verdaderas descargas de adrenalina, lo que hacía difícil a nivel de control mental, mantener la lucidez necesaria para llevar a cabo otras evaluaciones, además de la dificultad para utilizar las herramientas e instrumentos que habíamos preparado para la adquisición de imágenes. Todo era muy emocionante y bien podíamos entender las reacciones que esto podía provocar en un observador casual.

Los instrumentos utilizados hasta ahora, que se resumen en el acrónimo CROSS, se basan principalmente en la adquisición de imágenes fotográficas, de vídeo, observaciones visuales a través de instrumentos ópticos como binoculares en diversas ampliaciones y señales de radio.

 

(Continuará ...)

 

(di enrico pennazza / ufoskywatching.com / puntodincontro)

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