Gian Franco
e gli Ufo

Intervista a Gian Franco Lollino,
dell'osservatorio di Saludecio in Emilia-Romagna.
Terza ed ultima parte.

L'Osservatorio Astronomico Copernico di Saludecio (RN).

 

2 luglio 2011. - Puoi descriverci le caratteristiche dei fenomeni ritenuti ancora genuini e di cui voi siete stati testimoni?

Come accennavo, aver dato una paternità alle luci rosso arancio (flare) che per anni hanno confuso e sviato l’attenzione rispetto alla vera fenomenologia misteriosa, non ha fatto altro che convincerci dell’utilità del progetto, spronandoci ad implementare la strumentazione per indagare i casi genuini. Vi confermo che la tipologia dei nostri fenomeni luminosi, che tutt’ora rimangono inspiegabili rientra, con le dovute eccezioni, in quella di molti altri siti mondiali in cui vengono avvistati (Hessdalen in Norvegia, lago Ontario in Canada, Monterrey in Messico, Min Min Lights nel Queensland in Australia e altri…. Si parla di fenomeni di luce sia al suolo che in atmosfera, che hanno durata variabile da pochi secondi a molti minuti e con la peculiarità, già riscontrata ad Hessdalen, di luci che si separano in più sferoidi per poi ricompattarsi e sparire.

Nel nostro caso in particolare ci riferiamo al documentatissimo caso della luce al suolo del 7 agosto 2002 sul promontorio del Monte San Bartolo (quello purtroppo devastato ultimamente da un incendio…). In quell’occasione, in piena campagna di monitoraggio, riuscii a documentare con un video di ben 14 minuti, le varie fasi questa sfera di luce, piuttosto intensa che apparentemente appoggiata al suolo o di poco sollevata comunque, manifestò una attività davvero insolita. Come accade in questi casi ciò che notai visivamente è nulla in confronto a ciò che scoprimmo successivamente nell’analisi fotogramma per fotogramma. Una sfera di luce nella quale convergono altre luci e con la separazione finale fino a te luci per poi ricompattarsi prima di andarsene con uno scatto che ha lasciato la traccia in due fotogrammi.

Abbiamo altri casi di sfere di luce che si dividono in atmosfera però, dei quali abbiamo documentazione. Il più conosciuto è accaduto nell’ottobre del 2003, è un video di pochi secondi in cui si vede una luce che pulsa, probabilmente dovuta dalla turbolenza atmosferica, e che alla fine si divide in due con una variazione di luce.

Quali sono le probabili spiegazioni a tali fenomeni?

Il CROSS Project è ancora nella fase di acquisizione di dati, quindi è prematuro esporsi…

Le valutazioni e possibili spiegazioni, non possono che avvalersi di considerazioni più che altro osservative e comunque che si rifanno per similitudine a ciò che è emerso dalla ricerca in altri siti. Dal momento che il sito più studiato è stato quello di Hessdalen, rimangono valide le valutazioni espresse da Massimo Teodorani, (a mio avviso uno dei pochi, se non l’unico ricercatore realmente documentato e preparato sull’argomento in Italia), secondo cui certe manifestazioni luminose non rientrerebbero nella tipologia dei "plasma" in senso classico. Le energie in gioco mantenute per un lasso di tempo così lungo fanno supporre una forma di energia che la fisica tradizionale ancora non prevede se non in maniera speculativa. Le stesse ipotesi legate alla morfologia del terreno, ed ad eventuali ipotesi di Luci Sismiche dovrebbero essere confermate, anche perché non è stato possibile ancora scrivere un modello in altri siti mondiali per confermare questa ipotesi, nonostante la documentazione visiva di questi ultimi anni sia in vertiginoso aumento. Facile capire quale sia l’interesse scientifico sull’eventuale uso di precursori sismici luminosi…

Per certo, se dovesse trattarsi di un fenomeno naturale viene da pensare che l'intelligenza di quella natura sia così efficiente da superare tutti i nostri tentativi di imbrigliare e contenere la fusione nucleare in centrali nucleari. Per questa ragione la comprensione dei meccanismi fisici di questa fenomenologia luminosa potrebbe rivelare alla comunità scientifica una nuova forma di energia di straordinaria potenza.

Quali sono i futuri progetti dell'osservatorio di Saludecio e quali per lo studio dei fenomeni anomali in Adriatico?

Lo sviluppo di idee e l’approccio di problematiche legate alle frequenze radio, ha generato come primo risultato l’interesse per la radioastronomia. Un vecchio sogno nel cassetto che sta muovendo i primi passi. Dopo aver installato un’antenna parabolica di ben 3 metri, per problemi tecnici ora ci siamo ridimensionati con un’altra sperimentale di 1 metro accoppiata con un ricevitore RAL10, per fare prime esperienze nel ricevere segnali radio facili come il Sole, Giove o da radiosorgenti sul piano galattico. Per quanto riguarda il CROSS Project il prossimo passo sarà quello di coinvolgere l’amministrazione comunale di Gabicce per dotare il promontorio del Monte san Bartolo di un sistema di acquisizione video per uno skywatch continuo 24H, possibilmente online e pilotabile in remoto, per monitorare questo angolo di mondo così interessante e attivo.

Senza scendere banalmente in un contesto solo economico finanziario, anche se alla fine necessario, per fortuna i costi di queste tecnologie si stanno decisamente abbassando, per cui non disperiamo di ottenere questa stazione di monitoraggio in breve tempo.

Qual'è l'opinione personale che si è fatto in tutti questi anni di ricerca?

L’opinione personale richiederebbe davvero molto tempo e spazio. Stiamo parlando di un lasso di tempo di 30 anni da quando iniziai ad occuparmi di fenomeni luminosi. Attraversando un lasso di tempo così importante nella vita media di una persona, rimangono degli eventi indelebili che comunque mi hanno segnato e che non posso non tenerne conto, qualunque sia l’approccio al fenomeno.

Anche l’esperienza ventennale ufologica (che comunque non si mai interrotta), come ho accennato all’inizio, ha contribuito ad un completamento del quadro generale e la cosa sconcertante è che, chi raccoglie dati in questo senso, si trova sempre con le stesse percentuali di veridicità nei dati (quando ben inchiestati). E io posso confermarlo per quanto mi riguarda. Il famoso 10% della fenomenologia misteriosa che viene descritta e dichiarata non è convenzionalmente spiegabile. E questo avrà pure un significato…

A partire dalla grande ondata di avvistamenti UFO del 1978 nel famigerato triangolo dell’Adriatico, che visitai in quel periodo intervistando i marinai dei pescherecci coinvolti, raccogliendo personalmente impressioni e testimonianze, in un periodo in cui l’informazione ufologica era ancora di nicchia, non per tutti, per cui era più semplice intravedere nelle parole di un testimone la purezza e la suggestione di eventi che solo un esperto avrebbe potuto descrivere, (ho in archivio casi davvero interessanti, dove anche il resoconto testimoniale, ha un forte valore probante perché non inquinato da condizionamenti esterni)… fino ad arrivare al CROSS project con lo studio delle luci anomale che, come si può ben immaginare non si è certo fermato solo allo skywatch… tutt’altro. Il CROSS Project, nella persona che insieme a me l’ha coordinato per anni e contribuito a crearlo, Fabiana Fiatti di Ancona, ha condotto una ricerca interessantissima, nella sua regione quindi dai nostri confini romagnoli fino giù ad Ascoli Piceno, pensate un po’, alla ricerca di testimonianze storiche. La sua ricerca ha svelato che molti santuari religiosi delle Marche che si affacciano sul mare, da nord a sud, anticamente dedicati al culto mariano, sono stati riconvertiti al culto della “ Madonna dei Lumi” dopo che gli abitanti dell’epoca sono stati testimoni di eventi che sembrano dei giorni nostri e il tutto in un epoca, a partire dal 1200 fino al 1400, 1600, in cui certamente i cieli non erano solcati da aerei militari, tanto meno illuminati da flares.

Tutto questo per dire che molti fenomeni che osserviamo sfuggono alla nostra comprensione, a volte perché non li conosciamo solo per l’imperdonabile mancanza di interesse, a volte per l’imperdonabile mancanza nel trascorrere un’esistenza senza mai volgere lo sguardo al cielo. Non tanto per guardare le stelle attraverso un telescopio, ma per prendere coscienza di ciò che stiamo guardando e fare il grande sforzo di integrarsi e domandarci perché siamo. A volte perché siamo una civiltà ancora primitiva e davvero non abbiamo ancora raggiunto facoltà cognitive per estendere lo sguardo oltre i nostri confini, e non parlo solo di quelli materiali.

Noi viviamo in un universo pieno di vita e il limite fisico del nostro isolamento è solo un nostro problema. Esso è legato non solo ai limiti tecnologici ma, soprattutto, ad una troppo lenta evoluzione spirituale del nostro essere uomini.

 

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(ufoskywatching.com / puntodincontro)

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2 de julio de 2011. - ¿Puedes describirnos las características de los fenómenos que todavía se consideran auténticos y de los cuales han sido testigos?

Como ya he dicho, el haber identificado el origen de las luces de color rojo-naranja (bengalas) que durante años han confundido y distraído la atención de los verdaderos fenómenos misteriosos, nos convenció aun más de la utilidad del proyecto, instándonos a utilizar los instrumentos para investigar los casos genuinos. Confirmo que la naturaleza de nuestros fenómenos luminosos —que todavía no han podido ser explicados— es la misma, con algunas excepciones, de los que se observan en muchos otros sitios en el mundo (Hessdalen en Noruega, el lago Ontario en Canadá, Monterrey en México, Min Min Lights en Queensland, Australia y otros). Me refiero a los fenómenos de la luz en tierra y en la atmósfera que tienen una duración variable desde unos segundos hasta varios minutos y con la característica, ya observada en Hessdalen, de que las luces se separan en varias esferas para después reagruparse y desaparecer.

En nuestro caso particular nos estamos refiriendo al caso bien documentado de la a nivel del suelo del 7 de agosto de 2002, sobre el Monte San Bartolo (por desgracia, recientemente destruido por un incendio ...). En esa ocasión pude documentar con un video de 14 minutos, las diferentes etapas de esa esfera de luz, más intensa, que apoyada en el suelo o ligeramente elevada, mostró una actividad muy inusual. Como sucede en estos casos, lo que pude ver no es nada comparado con lo que encontramos más adelante en el marco de un análisis cuadro por cuadro. Una bola de luz en la que convergen otras luces y con una separación final de hasta tres puntos luminosos para después reagruparse antes de irse con un movimiento que provoco su desaparición en dos cuadros.

Tenemos, además, otros casos de esferas de luz que se dividen en la atmósfera, de los cuales tenemos la documentación. El más conocido ocurrió en octubre de 2003, es un video de unos segundos en el que se ve una luz intermitente, probablemente debido a la turbulencia atmosférica y, finalmente, se divide en dos, con una variación de la luz.

¿Cuáles son las posibles explicaciones para estos fenómenos?

El proyecto CROSS se encuentra todavía en el proceso de adquisición de datos, por lo que es prematuro responder ...

Las evaluaciones y posibles explicaciones, sólo pueden basarse en la observación, sin embargo se utilizarán también, por sus similitudes, los fenómenos que han surgido en otros sitios. Dado que el sitio más estudiado ha sido Hessdalen, siguen siendo válidas las evaluaciones realizadas por Massimo Teodorani (en mi opinión uno de los pocos, si no el único, investigador en realidad documentado y preparado sobre el tema en Italia), según las cuales ciertos eventos luminosos no caen en la categoría de "plasma" en el sentido clásico.

 

(Continuará ...)

 

 
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(ufoskywatching.com / puntodincontro)

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