L'avventura delle due Lune

L'ipotesi è che il nostro satellite ruotasse affiancato a un gemello più piccolo
Fino alla collisione, che sarebbe all'origine della diversa conformazione della crosta.

 

4 agosto 2011. - Un giorno molto lontano la Terra aveva due lune. Poi una impattò sull'altra molto dolcemente, quasi planando su di essa e plasmò metà della sua superficie. Questo quadro della storia del nostro satellite ha il pregio di spiegare perché la Luna, quella che oggi splende nei nostri cieli, ha due facce così diverse. Quella che è rivolta a noi infatti, è molto più ricca di pianure rispetto a quella che non si mostra mai e che è molto più ricca di altopiani.

Sia la Luna che oggi vediamo che quella che non esiste più si formarono circa 4,5 miliardi di anni fa, dallo scontro tra un asteroide grande più o meno come Marte con il nostro pianeta. L'impatto originò un gran numero di piccoli e grandi oggetti che vennero sparati nello spazio. Fino ad oggi si pensava che un corpo più grande degli altri e posizionato in un punto nello spazio che non risentisse troppo della gravità terrestre, abbia attirato la maggior parte dei corpi espulsi dalla Terra, diventando via via il satellite che oggi vediamo spendere in cielo, la Luna. Ma così, secondo la nuova ipotesi, non fu, perché anche un altro oggetto andò ad accrescersi attorno alla Terra, fino a diventare un satellite naturale con una massa di circa un trentesimo di quella lunare, o, se si vuole, con un diametro di circa 1.000 km.

I due satelliti iniziarono a ruotare più o meno sulla medesima orbita che però migrava via via verso l'esterno, ossia si allontanava dalla Terra. Spiega Francis Nimmo della University of California di Santa Cruz che ha pubblicato la sua ricerca su Nature: "Quando i due corpi arrivarono a una distanza di circa un terzo di quella che oggi possiede la Luna, cioè circa 10 milioni di anni dopo la loro formazione, iniziò a farsi sentire su di loro la gravità del Sole che agì su i due oggetti in modo diverso, in quanto differenti erano le loro masse. Questo ebbe come risultato lo scontro tra i due oggetti. L'impatto però avvenne molto dolcemente perché in due corpi si trovavano sulla medesima orbita".

Nelle prime ore dopo l'impatto la gravità avrebbe schiacciato la luna più piccola sulla crosta di quella più grande, come fosse una grande frittella. A questa complessa ipotesi Nimmo e i suoi collaboratori sono arrivati grazie a simulazioni al computer che hanno ricostruito gli eventi che si ebbero dopo lo scontro tra l'asteroide e la Terra.

E tutto ciò spiegherebbe non solo perché il lato invisibile della Luna è formato da più altopiani che non quello visibile, ma anche perché la crosta del lato nascosto possiede uno spessore di circa 50 km superiore alla crosta del lato lunare visibile.

Una spiegazione "interessante e provocatoria", l'ha definita Peter Schultz, planetologo alla Brown University di Providence (Rhode Island), perché potrebbe spiegare l'anomalia della struttura lunare, ma al momento essa va presa come un'ipotesi e solo quando avremo dati più sicuri e certi potremo avere una conferma o meno di questa tesi. La risposta potrebbe arrivare nei prossimi mesi, quando la Nasa invierà attorno alla Luna la missione Graal, progettata proprio per sondare l'interno del satellite e ottenere misurazioni molto precise della sua gravità.

 

(luigi bignami / repubblica.it / puntodincontro)

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6 de agosto de 2011. - Hace muchísimo tiempo la Tierra tenía dos lunas. Luego, una impactó a la otra muy suavemente, casi apoyándose sobre ella y dio forma así a la mitad de su superficie. Esta versión de la historia de nuestro satélite tiene la ventaja de explicar por qué la Luna, la que hoy brilla en nuestros cielos, tiene dos caras muy diferentes. La que podemos ver, de hecho, tiene muchas más llanuras respecto a la que está oculta, que es mucho más rica en altiplanos.

Tanto la luna que hoy vemos como la que ya no existe se formaron hace unos 4.5 mil millones de años por el choque entre un asteroide del tamaño de Marte con nuestro planeta. El impacto dio lugar a un gran número de objetos pequeños y grandes que fueron disparados hacia el espacio. Hasta ahora se pensaba que un cuerpo más grande que los demás colocado en un punto en el espacio que resintiera en exceso de la gravedad de la Tierra, atrajo la mayoría de los escombros expulsados ​​de la Tierra, convirtiéndose poco a poco en el satélite que vemos hoy: la Luna. Pero —de acuerdo con la nueva hipótesis— así no fue, porque también otro objeto fue creciendo alrededor de la Tierra hasta convertirse en un satélite natural, con una masa de alrededor de una trigésima parte de la Luna, o, dicho en otras palabras, con un diámetro de alrededor de 1,000 km.

 

(luigi bignami / repubblica.it / puntodincontro)

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