13 gennaio 2012 - Sollevare Venezia e salvarla dal frequente fenomeno dell’acqua alta a cui è soggetta, iniettando acqua marina in profondità nel sottosuolo attraverso dodici pozzi attorno alla città. Iniezioni del liquido negli stati compresi tra 650 metri e 1000 metri sotto il fondale lagunare ottenendo un rigonfiamento uniforme per portare calli e campielli 25-30 centimetri più in alto rispetto al loro livello attuale. Non è fantascienza ma un progetto concreto messo a punto da un team dell’Università di Padova guidato da Giuseppe Gambolati, professore del dipartimento di metodi e modelli matematici per le scienze applicate. Un nuovo studio pubblicato dalla rivista Water Resources Researchche ha trovato ampia eco nella stampa statunitense, per salvare la città più conosciuta al mondo.

SOLLEVAMENTO - La novità, rispetto a quanto prospettato in precedenza dallo stesso professor Gambolati, che da anni si dedica al progetto, consiste nel fatto che ora la geologia del sottosuolo veneziano è stata studiata nel minimo dettaglio fino a 1000 metri di profondità e l’effetto «sollevamento» può essere calcolato con precisione, grazie alle cosiddette «linee sismiche» messe a disposizione dall’Eni, quando andava in cerca di giacimenti di gas negli anni Ottanta e finora tenute secretate. Sono mille chilometri di linee sismiche, ottenute attraverso onde acustiche riflesse, che permettono di ricostruire l’alternarsi degli strati di sabbie, argille e altri materiali sotto la laguna e il mare davanti al Lido: una struttura geologica molto complicata formatasi a partire da 7 milioni di anni fa. A quanto detto si aggiunge un’altra novità: i nuovi modelli hanno dimostrato che il sollevamento sarebbe uniforme, senza che la struttura geologica si possa rompere o incrinare durante il sollevamento, evitando di mettere a rischio di crolli il patrimonio artistico e monumentale della città, rispondendo così a un obiezione precedentemente fatta. «Il nostro progetto», spiega il professore, «dimostra che le differenze tra due punti distanti 100 metri l’uno dall’altro sarebbero dell’ordine di un millimetro e anche meno».

DODICI POZZI - «I dodici pozzi sono distribuiti lungo una circonferenza che racchiude Venezia, del diametro di 10 km», spiega Gambolati. «Nel corso di dieci anni verrebbero iniettati 150 milioni di metri cubi d’acqua marina, che piano piano infiltrandosi negli strati posti tra 650 e 1000 metri di profondità, determinerebbe un aumento della pressione tra strati compressi che in superficie darebbe come risultato il sollevamento di Venezia, valutato tra 25 e 30 centimetri».

I COSTI - «I costi», aggiunge Gambolati, «sono compresi tra 200 e 300 milioni di euro, tenendo presente che il Mose (le dighe mobili attualmente in costruzione, ndr) è costato finora 5 miliardi. Ma il progetto di sollevare Venezia non è in contrasto con quello del Mose», precisa il professore, «ma complementare».

MOSE - A tal proposito i lavori per la costruzione del Sistema Mose, cioè delle dighe con 78 paratoie mobili per chiudere le tre bocche della laguna quando sono previste maree eccezionali, sono giunti a circa il 70% del totale e il loro completamento è previsto per il 2015. «Credo che realisticamente il progetto del sollevamento possa essere preso in considerazione quando i lavori del Mose saranno conclusi, ma un progetto pilota potrebbe essere realizzato con una spesa di circa 20-30 milioni di euro».

 

(massimo spampani / corriere.it / puntodincontro)

***

13 de enero de 2012 - Levantar Venecia y salvarla del frecuente fenómeno de agua alta al que está sujeta mediante la inyección de agua de mar a gran profundidad a través de doce pozos alrededor de la ciudad. Inyecciones de líquido en los estratos que se encuentran entre los 650 y los 1,000 metros debajo del fondo de la laguna para obtener un crecimiento uniforme y llevar calles y plazas a una altura de 25-30 centímetros más arriba que su nivel actual. No es ficción, sino un proyecto real desarrollado por un equipo de la Universidad de Padua dirigido por Giuseppe Gambolati, profesor del departamento de métodos y modelos matemáticos para las ciencias aplicadas. Un nuevo estudio publicado en la revista Water Resources Research que ha sido republicado en la prensa de los Estados Unidos para salvar a la ciudad más conocida del mundo.

La novedad, con respecto a lo que esperaba anteriormente el mismo profesor Gambolati — que durante años se ha dedicado al proyecto— es que ahora la geología del subsuelo de Venecia ha sido estudiada en detalle hasta una profundidad de 1000 m y el efecto de la "elevación" se puede calcular con precisión gracias a las llamadas "líneas sísmicas" obtenidas por el Eni (Ente Nazionale Idrocarburi) cuando estuvo buscando yacimientos de gas en los años ochenta y que hasta hoy habían sido mantenidas en secreto.

Se trata de mil kilómetros de líneas sísmicas —obtenidas utilizando ondas acústicas reflejadas— que permiten la reconstrucción de las capas alternas de arena, arcilla y otros materiales por debajo de la laguna y el mar en frente de el Lido, una estructura geológica muy compleja que se empezó a formar hace aproximadamente siete millones de años.

A lo anterior se añade otra novedad: los nuevos modelos han demostrado que la elevación sería uniforme, sin que la estructura geológica se pueda romper o agrietar durante el levantamiento, evitando así el riesgo de derrumbes del patrimonio monumental y artístico de la ciudad, respondiendo así a una de las objeciones anteriores. «Nuestro proyecto», explica el profesor, «demuestra que las diferencias entre dos puntos que se encuentran a una distancia de 100 metros uno del otro serían de aproximadamente un milímetro, tal vez menos».

«Los doce pozos se distribuyen a lo largo de un círculo alrededor de Venecia, con un diámetro de 10 kilómetros», dice Gambolati. «En el transcurso de diez años, se inyectarían 150 millones de metros cúbicos de agua de mar, que poco a poco se infiltrarían en las capas situadas entre 650 y 1000 metros de profundidad, traduciéndose en un aumento de la presión entre las capas de compresión que a su vez —en la superficie— podría resultar en un levantamiento de Venecia estimado entre 25 y 30 cm».

«Los costos estimados», añade Gambolati, «son de entre 200 y 300 millones de euros, teniendo en cuenta que el proyecto M.O.S.E. (los diques móviles actualmente en construcción) hasta ahora ha costado 5 mil millones. Es importante enfatizar, sin embargo, que el proyecto de levantamiento de Venecia no compite con la iniciativa M.O.S.E.», explica el profesor, «sino que la complementa».

 

(massimo spampani / corriere.it / puntodincontro)