Cabañas, niente Mondiale
“Ancora non ricorda nulla”

“È impossibile che giochi in Sudafrica”,
sostiene il medico del Club messicano America, Alfonso Díaz.

1 aprile 2010 – È arrivata la conferma di quanto, in realtà, molti pronosticavano: Salvador Cabañas non potrà partecipare ai prossimi mondiali. A stoppare definitivamente i (ferrei) propositi del 29enne attaccante paraguaiano, che fino a pochi giorni fa ribadiva di "sperare ancora di poter andare in Sudafrica”, è stato il bollettino medico diffuso dalla clinica argentina dove Cabañas sta effettuando la riabilitazione post operatoria. Questioni di tempo più che di reali potenzialità di recupero in prospettiva. “Il giocatore si dovrà sottoporre a un trattamento intensivo di 6-8 settimane per il recupero della memoria e delle funzioni cognitive", ha informato Lisandro Olmos, primario del centro di riabilitazione. Il giocatore, dunque, terminerebbe il trattamento a meno di due settimane dall’inizio della rassegna mondiale. Tempo insufficiente per poterne immaginare un eventuale impiego.

IL VERDETTO — Nonostante i “costanti e rapidi miglioramenti” sul piano fisico, dal punto di vista neurologico c’è ancora parecchio da lavorare. “Cabañas presenta un problema cognitivo. L'obiettivo adesso è migliorare le capacità di orientamento, memoria e attenzione, che risultano ancora deficitarie”, ha detto Olmos. “Quando si parla di riabilitazione in questi casi non si può mai essere precisi con i tempi. Bisogna solo aspettare, ma di sicuro stiamo parlando di un processo graduale ". Se nelle parole del primario l’assenza del giocatore ai prossimi mondiali è solo implicita, il parere di Alfonso Díaz, medico dell’America di Città del Messico, club di appartenenza del centravanti, non lascia spazio a ulteriori speculazioni. “È molto semplice. Come spettatore o tifoso potrebbe andare in Sudafrica, ma è impensabile che possa giocare. In una circostanza del genere il processo di riabilitazione è lento”.

IL RECUPERO — La nota diffusa dalla clinica mette fine ad un sogno che Cabañas ha coltivato fino a due giorni fa. “C’è poco tempo, ma posso farcela. Dipende da me, spero di riuscirci”, aveva ribadito alla Tv messicana Televisa. I primi calci al pallone della settimana scorsa e le indicazioni incoraggianti raccolte dal c.t. dell’albirroja, Gerardo Martino, nel corso dell’ultima visita testimoniano comunque la bontà dei progressi fisici fatti registrare dal giocatore, che nella foto scattata ieri con la moglie e il presidente del Conmebol, Nicolás Leoz, mostra chiaramente i segni della delicata operazione subita al cranio. “Fisicamente sta molto bene e sta progressivamente recuperando la massa muscolare con esercizi anche in campo e in piscina”, ha riferito Olmos.  

IL TRAUMA — Il principale problema di Cabañas, attualmente, è legato al recupero della memoria. “Quando è arrivato ho dovuto fare una lunga chiacchierata con lui per spiegargli cos’era successo e perché si trovava qui”, ha spiegato il primario della clinica "Fleni" di Escobar (la stessa in cui sta realizzando la riabilitazione l’ex calciatore del Boca Juniors Fernnando Caceres, anch’egli vivo per miracolo dopo aver ricevuto un colpo di pistola al volto alcuni mesi fa). Oltre ai danni cerebrali causati dal colpo di pistola dello scorso 25 gennaio si deve aggiungere il trauma generato dallo shock emotivo, che tuttora impedisce all’attaccante di processare l’accaduto. “Fino all’altro giorno la moglie ha cercato di convincerlo che si è trattato di una pallottola nella testa, ma lui si rifiuta di crederlo. È convinto di aver sofferto un incidente automobilistico. Non ricorda ancora nulla”, ha raccontato Alfonso Díaz. Cabañas può ancora sperare di tornare a giocare, ma di sicuro non accadrà in Sudafrica.

 

(gazzetta.it)

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