Tuffi a Furore, vince l'inglese Hunt
Lancio show della madrina Cagnotto

L'atleta azzurra: «Sensazione straordinaria,
non mi sono mai lanciata in un luogo così bello»

Tania Cagnotto.

 

5 luglio 2010. - È stato l’inglese Gary Hunt ad aggiudicarsi la ventiquattresima edizione della «Mediterranean cup high diving championship», la gara di tuffi dalle grandi altezze, che si è svolta domenica mattina nel fiordo naturale di Furore, in provincia di Salerno. Il ventiseienne, tuffatore della Gran Bretagna, ha preceduto l’esperto colombiano Orlando Duque e il vincitore dello scorso anno, Antem Silchenko (Russia). La gara, che si è svolta sul pontile a 28 metri a picco sul mare, è stata preceduta e conclusa da una prova-esibizione di Tania Cagnotto. La tuffatrice azzurra due volte sul podio ai mondiali di Roma dello scorso anno, madrina dell’edizione 2010 della manifestazione organizzata da Oreste Varese e dalla società 30 Nodi, giunta a Furore grazie all’interessamento di Luciano Cimmino della Jaked, si è tuffata da una piattaforma posta a 8 metri sopra il mare, applaudita da un folto pubblico sistemato tra le spiaggia e le scale che conducono al fiordo.

IL VINCITORE - Una vittoria niente affatto annunciata per il 26enne tuffatore della Gran Bretagna, ma decisamente meritata visto che Hunt ha guidato la classifica dal primo tuffo, quello obbligatorio, fino all’ultimo, nonostante un tentativo di rimonta del colombiano Orlando Duque. Il plurivincitore della gara inserita nell’ambito del Marmeeting (cinque successi nelle ultime dieci edizioni) ha infatti eseguito un terzo e ultimo tuffo straordinario che la giuria ha premiato con un 10 e quattro 9,5, ciò nonostante si è dovuto accontentare della piazza d’onore, staccato di quasi sette punti da Hunt. Terzo il vincitore dello scorso anno, Artem Silchenko, anch’egli autore di un’ultima performance molto apprezzata dai giurati sistemati sugli scogli del fiordo salernitano. Per Gary Hunt quella conseguita sulla piattaforma posta a 28 metri sul mare di Furore è una vittoria di prestigio. L’inglese ha infatti cominciato a tuffarsi dalle grandi altezze nel 2006 quando il suo allenatore gli propose di partecipare ad uno show a Venezia. Da allora l’atleta della Gran Bretagna non ha più smesso e anzi ha iniziato ad inserire nel suo programma tuffi dal coefficiente sempre più alto, diventando di fatto l’atleta che esegue le performance più difficili nell’intero circuito mondiale: «Sono felice per la vittoria - ha detto a fine gara - anche perchè viene dopo una gara condotta ad alti livelli e contro avversari che mi hanno dato filo da torcere». Hunt ha ricevuto la coppa assegnata al vincitore dalla madrina della manifestazione, Tania Cagnotto.

L'EMOZIONE DI TANIA - La tuffatrice azzurra ha aperto e chiuso la manifestazione tuffandosi da una piattaforma posta tra gli scogli ad un’altezza di otto metri. Per la Cagnotto è stata un'emozione indescrivibile: «Ho provato sensazioni straordinarie», ha detto a fine manifestazione, «non solo nel tuffarmi, ma in tutti questi giorni trascorsi in costiera amalfitana. Devo ringraziare la famiglia Cimmino che mi ha permesso di poter essere qui e sono certa che tornerò in questi luoghi incantevoli. I tuffi? Una sensazione mai provata prima: ho saltato mille volte da una piattaforma in piscina ma in mare e in un contesto così straordinariamente bello non mi era mai capitato. Le emozioni vissute a Furore le porterò con me per sempre». Poi Tania, accompagnata tra gli altri dal padre e allenatore Giorgio Cagnotto, si è soffermata sul futuro e sugli imminenti europei di Budapest in programma ad agosto: «In Ungheria parteciperò alle gare dai tre e dal metro oltre che a quella di sincro. Non sono una che si lancia in pronostici ma mi sto preparando al meglio e sono convinta che come sempre darò il massimo». Soddisfatto anche papà Giorgio: «Questi luoghi sono straordinari come straordinaria è la gente. Non ero in giuria ma se dovessi dare un voto ai tifosi ovviamente darei il massimo, un bel 10. Sugli atleti in gara, poi, nulla da dire: sono degli autentici fenomeni. Non solo hanno coraggio da vendere per tuffarsi da 28 metri ma hanno anche capacità atletiche e soprattutto tecniche di indubbio valore».

 

(Corriere della Sera)

Share