Il leggendario viaggio degli aztechi porta il nome di un italiano.

 

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10 settembre 2015 - Nato a Como nel 1702 da una famiglia nobile, Lorenzo Boturini Benarducci studiò a Milano e visse prima a Trieste quindi a Vienna. Obbligato ad abbandonare l'Austria a causa della guerra con la Spagna, arrivò a Madrid, dove incontrò la Contessa di Santibáñez —discendente della figlia dell'imperatore Azteco Moctezuma II dall'epoca della conquista ispanica dei territori mesoamericani due secoli prima—, che lo autorizzò a percepire una pensione per suo conto dal tesoro dell'allora vicereame messicano.

Boturini si recò quindi nella Nuova Spagna nel 1736, dove rimase per otto anni. In questo periodo costituì una vasta collezione di dipinti, mappe, manoscritti e codici originali. Copiò più di 500 iscrizioni precolombiane e riprodusse in fedeli disegni numerosi monumenti e sculture, oltre a svolgere ricerche sulla storia dell'apparizione della Vergine di Guadalupe sulla collina del Tepeyac. Durante questi viaggi in territorio messicano, raccolse la più grande collezione di antichità locali mai messa assieme da un europeo, fra cui la “Tira de la Peregrinación”, uno dei più famosi codici aztechi, che narra il viaggio del popolo mexica dall'originale villaggio di Aztlán fino ad un'enorme valle localizzata sull'altipiano centrale, dove si stabilì per fondare Tenochtitlan, l'odierna Città del Messico.

La celebre “Tira”, oggi più conosciuta come “Codice Boturini” è stata digitalizzata dall'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (Instituto Nacional de Antropología e Historia, INAH) e presentata in questi giorni in versione compatibile per tabelt, cellulari e PC, notizia riportata dall'ANSA poche ore fa per mezzo del video che riproduciamo di seguito, sottotitolato in spagnolo da Puntodincontro.

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(massimo barzizza / puntodincontro.mx)