14
agosto
2015
-
La scoperta di
un “cenote”, —un allargamento inondato
appartenente a
sistemi idrici sotterranei, fenomeno
particolarmente frequente nella penisola
dello Yucatan— sotto la piramide di Kukulcán,
a Chichen Itzá, apre nuovi interrogativi
nello studio della cultura maya.
Chichen Itzá, un importante
complesso archeologico dichiarato
Patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco
nel 1988, è senza dubbio il sito Maya più
spettacolare e più visitato in Messico.
René
Chávez, specialista dell'Istituto di
Geofisica dell'UNAM, ha spiegato che per
assicurare l'esattezza del risultato
delle ricerche, sono state utilizzate
tecniche usate in precedenza in questo sito
storico del sud-est messicano con cui,
mediante metodi geofisici ed elettrodi, si
sono rilevate irregolarità all'interno della
costruzione, dopo aver eseguito alcuni test
sulla piramide del Rosario, dove era già
nota l'esistenza di una cavità.
Gli archeologi
effettueranno studi per cercare di
determinare se i Maya erano consapevoli
dell'esistenza di questa grotta d'acqua
dolce —le cui dimensioni esatte non sono
ancora state determinate— prima di costruire
la piramide, il che contribuirà ad
approfondire la comprensione della loro
cultura, ha aggiunto Chávez.
Teobert Maler,
la
piramide di Kukulcán nel 1892.
(massimo
barzizza / puntodincontro.mx)
|