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24 gennaio 2019 - Davanti a decine di migliaia le persone, il capo dell'opposizione e leader dell'Assemblea nazionale Juan Guaidó ha giurato ieri sulla costituzione, autoproclamandosi presidente ad interim del Venezuela fino a che non ci saranno nuove elezioni democratiche. Dopo pochi minuti è giunto il riconoscimento ufficiale dell Casa Bianca: «Nicolás Maduro e il suo regime sono illegittimi - ha affermato Donald Trump - e il popolo del Venezuela ha fatto sentire con coraggio la sua voce chiedendo libertà e rispetto della legge».

La risposta non si è fatta attendere: Maduro parlando dal balcone a una folla di sostenitori ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con gli Usa, dando ai diplomatici americani 72 ore di tempo per lasciare il Paese. «Ci difenderemo a ogni costo», ha promesso, mentre da Washington Trump ha ricordato che «tutte le opzioni sono sul tavolo».

Assieme agli Usa, anche Canada, Brasile, Colombia, Cile, Paraguay, Perù, Argentina, Ecuador, Guatemala, Costa Rica, Honduras e Panama hanno riconosciuto Juan Guaidó come presidente del Venezuela.

Il Ministero degli Affari Esteri messicano ha pubblicato in serata la seguente dichiarazione: «In accordo con i nostri principi costituzionali di non intervento, autodeterminazione dei popoli, risoluzione pacifica delle controversie internazionali, uguaglianza giuridica degli Stati, rispetto, protezione e promozione dei diritti umani e della lotta per la pace e la sicurezza internazionali (articolo 89, sezione X della nostra Costituzione), il Messico non parteciperà a prese di posizione contrarie al governo di un Paese con il quale mantiene rapporti diplomatici».

«Siamo pienamente d'accordo con l'appello dell'Organizzazione delle Nazioni Unite affinché tutti gli attori coinvolti nel conflitto in Venezuela riducano le tensioni, facciano ogni sforzo per evitare la'aumento della tensione e rifiutino ogni tipo di violenza politica».

«Condividiamo, inoltre, con la Repubblica orientale dell'Uruguay la richiesta di dialogo tra le parti e, come la Spagna e Portogallo, desideriamo una soluzione politica alla situazione in Venezuela».

Federica Mogherini, Alta rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha dichiarato ieri in tarda serata: «L’Ue chiede con forza l’avvio di un processo politico immediato che porti a elezioni libere e credibili, in conformità con l’ordine costituzionale» e «sostiene pienamente l’Assemblea nazionale in quanto istituzione democraticamente eletta, i cui poteri devono essere ripristinati e rispettati». Ha aggiunto che «il popolo venezuelano ha invocato massicciamente la democrazia e la possibilità di determinare liberamente il proprio destino” per cui «queste voci non possono essere ignorate».

Nicolás Maduro, 56 anni, è al potere dal 2013 quando successe a Hugo Chavez e lo scorso 11 gennaio si è insediato per il suo secondo mandato. La tensione a Caracas e in tutto il Paese è alle stelle: tra ieri e l'altro ieri sono stati 16 i morti, secondo il rapporto della Commissione Internazionale per i Diritti Umani.

(massimo barzizza / puntodincontro.mx)

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