Laura Barral. "L'impasto delle delusioni". © 2012.
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25 agosto 2012 - Guillermina è furibonda: nessuno vuole mangiare i bignè che ha preparato con tanto sforzo...

Per lei quello di ieri è stato un pomeriggio difficile. Sta cercando di superare il lutto provocatole dalla recente separazione e si sente sola, angosciata; affronta la vita con rabbia, perché «non si era mai immaginata così... senza marito».

La sua passione per la pasticceria è l'unica cosa che sembra essere rimasta intatta e così cucina a mo’ di catarsi, per analizzare il suo dolore fare un esame di coscienza davanti alla batosta inflittale dal destino. Segue alla perfezione le istruzioni della ricetta, come se si trattasse di un incantesimo per riportarla sul cammino della vita coniugale.

Sul tavolo sono già pronti tutti gli ingredienti: farina, zucchero, uova, burro, acqua e lievito, ma l'intero processo dipende dal cuoco, e Guillermina è ansiosa... ha il sospetto che oggi non andrà d'accordo con la preparazione.

Si dice che il lievito deve essere trattato in modo speciale perché è molto sensibile: bisogna farlo emulsionare con acqua calda, lasciarlo riposare, e c’è anche chi lo avvolge con un panno o lo fa scaldare sul fornello per portarlo alla temperatura giusta.

La sfida delle sensibilità è iniziata! La cuoca, avvolta dall’emotività, non ha pazienza e affretta i tempi... vuole solo risposte!

L’impastatura è la parte più facile: Guillermina ha forza e rabbia per sfogarsi. Con quella stessa energia potrebbe ribaltare facilmente il tavolo. Mescola delusioni, schiaccia disinganni, accarezza frustrazioni, agglutina ricordi, piange inconsolabile e poi ricomincia…

I consigli culinari sono ormai lontani: “Il successo di una ricetta dipende non solo dagli ingredienti, ma soprattutto dalle loro proporzioni e dalla preparazione; è lo chef che —con i suoi riti— dà il tocco inconfondibile che supera la condizione nutrizionale degli alimenti”.

Guillermina sente e impasta dolore. Inumidisce il tutto con le sue lacrime e lo condisce con un pizzico di delusione...

Non solo trasmettiamo il risultato del nostro lavoro, ma anche tutto quello che sentiamo mentre siamo all’opera.

Guillermina ritiene di aver lavorato sodo, ma nessuno apprezza il suo sforzo. Pur sentendosi angosciata, si è messa a cucinare, ma nota con grande delusione che nessuno vuole provare i suoi bignè.

È come se ci fosse un grande cartello immaginario che dice: «Venite a provare i deliziosi bignè fatti in casa (da sola) con ingredienti freschi e di prima qualità, preparati sotto pressione (senza rispettare i tempi) e impastati con furia appassionata. Venite a provare i deliziosi bignè della discordia! Venite! Ve li sto offrendo… Non vorrete mica che me li mangi io…».

 

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.



**Laura Barral è nata il 3 febbraio 1988.

Ha studiato Disegno in Comunicazione Visiva presso l'Università Nazionale di La Plata in Argentina.

Attualmente è socio-proprietario dello studio Decote Design (www.decotedesign.com.ar), che realizza progetti di identità corporativa, disegno di logotipi, stampa, vinili e web design.

Nel 2010 ha vinto il concorso della Camera di Commercio di Tornquist (Provincia di Buenos Aires)..

 

 

(alejandra daguerre / laura barral / puntodincontro)

 

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25 de agosto de 2012 - Guillermina está enojada porque nadie come los bollitos que ella hizo con sus propias manos...

Ayer Guillermina tuvo una tarde difícil. Está transitando el duelo de su reciente separación, se siente sola, angustiada, y enfrenta la vida con bronca, porque “nunca se había pensado así... ¡sin marido!”.

Su amor por la repostería es lo único que parece intacto; así que cocina como catarsis, cocina como modo de procesar sus penas y de “elaborar” el revés del destino, y sigue a rajatablas la receta, como si esperase que una fórmula perfecta la reencamine en la vida conyugal.

Sobre la mesada ya están los ingredientes: harina, azúcar, huevos, manteca, agua y levadura; pero todo el proceso dependerá de la cocinera, y Guillermina está ansiosa... Sospecha que hoy no se llevará bien con la preparación.

Dicen que la levadura debe tratarse “diferencialmente” porque es muy sensible; emulsionarla con agua tibia, dejarla reposar, y hay quienes la abrigan con un repasador o le encienden una hornalla para climatizarla a la temperatura justa.

¡La competencia de sensibilidades está declarada! La cocinera está muy emotiva, no tiene paciencia y obviamente está apurando la definición del proceso...¡ella solo quiere respuestas!

Para amasar no hay problemas, Guillermina tiene la fuerza -y el impulso de la bronca- necesarias para desquitarse; diría que con esa misma energía podría arrancar de cuajo la mesada. Amasa desencantos, aprieta desilusiones, soba frustraciones, aglutina recuerdos, llora desconsoladamente y vuelve a amasar...

Lejos quedó aquello que dice: el éxito de una receta no depende solo de los ingredientes, sino de las proporciones y el manejo de los mismos; y que el cocinero es quién con sus rituales, le da a la preparación ese toque inconfundible que excede la condición “nutricia” de los alimentos.

Guillermina siente dolor, y amasa dolor. Emulsiona la preparación con sus lágrimas, y condimenta con una pizca de decepción...

No solo transmitimos lo que hacemos, también transmitimos lo que sentimos al hacerlo.

Guillermina siente que ha trabajado duro, y que nadie valora su esfuerzo. Siente que aún angustiada se puso a cocinar, y la gran decepción es que convida sus bollitos y nadie le acepta.

Es como si imaginariamente tuvieran un gran cartel que dice: “Pasen y sírvanse los riquísimos bollitos de elaboración casera (y solitaria), hechos con ingredientes de primera calidad, con materia prima fresca; procesados a presión (sin respetar los tiempos) y amasados con furia pasional. Pasen y sírvanse los riquísimos bollitos de la discordia... ¡Pasen! Los estoy convidando... ¡No pretenderán me los coma yo!"
 

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.



**Laura Barral nació el 3 de Febrero de 1988.

Diseñadora en Comunicación Visual  de la Universidad Nacional de La Plata en Argentina.

Actualmente es socio-propietaria del estudio de diseño Decote Design (www.decotedesign.com.ar), donde realiza trabajos de identidad corporativa, diseño de logotipo, print, vinilos, corpóreos y diseño web.

En 2010 se consagró como ganadora del concurso de la cámara de comercio de la Ciudad de Tornquist (Provincia de Buenos Aires).

 

 

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