Una tartaruga verde
trovata in Sardegna

La Chelonia mydas è classificata come ad alto rischio
di estinzione nella lista delle specie minacciate.

La Chelonia mydas è classificata come ad alto rischio di estinzione nella lista delle specie minacciate.

 

13 agosto 2009. - Pur se è una delle maggiori vagabonde dei mari, i responsabili del Centro Recupero Animali Marini del Parco Nazionale dell'Asinara, struttura del Cts nel Nord Sardegna, quasi non credevano ai loro occhi quando se la sono vista davanti. Domenica scorsa hanno dovuto soccorrere per la prima volta nella storia del centro una Chelonia mydas, la 'tartaruga verde', una specie rarissima, classificata come ad alto rischio di estinzione nella lista delle specie minacciate.

Il ritrovamento della Chelonia mydas nelle acque italiane è eccezionale non soltanto perché è una specie ormai rarissima nei nostri mari, ma anche perché abita di solito la parte sud-occidentale del Mediterraneo, dove si contano pochissimi siti di nidificazione.

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Al centro del Cts dell'Asinara la tartaruga verde è arrivata grazie alla sensibilità di una famiglia sassarese, che l'ha trovata non lontano da casa sulla spiaggia di Marritza, una parte del lungo arenile che si estende per chilometri da Porto Torres fino a Lu Bagnu, vicino a Castelsardo. La tartaruga era stremata e ormai incapace di muoversi, un arto era imbrigliato e maciullato da una lenza penetrata fino all'osso. I suoi soccorritori hanno chiamato il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale di Sassari che ha provveduto a portare la tartaruga verde al Centro Recupero Animali Marini del Parco Nazionale dell'Asinara.

"Vista la rarità della Chelonia mydas - spiega il veterinario del centro, Daniele Denurra - avere la possibilità di salvare un esemplare è importantissimo. L'abbiamo chiamata Green, pesa 40 chilogrammi e stimiamo che abbia circa 15 anni. Le sue condizioni erano pessime quando è arrivata, adesso la stiamo trattando con antibiotici e cerchiamo di salvarle l'arto. Se però fosse necessaria l'amputazione, potrà comunque tornare a nuotare con ottime possibilità di sopravvivenza. Abbiamo già eseguito quattro interventi di questo tipo su Caretta caretta, e il loro monitoraggio dopo la liberazione mostra che riescono a reinserirsi bene in natura".

Come "Green" sia arrivata fino al Nord Sardegna lo spiega l'anomalia nella temperatura dell'acqua di quest'anno. "A questa altezza è raro trovarla - conferma Denurra - ma l'acqua è davvero più calda rispetto al passato e lo prova anche un numero molto più alto di animali che avvistiamo e soccorriamo. La tartaruga verde, al contrario della Caretta caretta, onnivora, è vegetariana e si ciba di piante acquatiche, per trovare le quali si sposta anche di 2mila chilometri rispetto ai siti di origine. Sono pochissime le spiagge del Mediterraneo dove sceglie di nidificare, soprattutto in Libano e a Cipro. La deposizione avviene ad intervalli di 2, 3 o più anni e su 100 schiuse si calcola soltanto 10 piccoli raggiungano l'età adulta. La Tartaruga verde è stata a lungo cacciata per la sua carne, le sue uova e il suo carapace e poiché il suo unico predatore naturale è lo squalo, è soltanto l'uomo a metterne a rischio l'esistenza".

Il ritrovamento di "Green" è un ottimo segnale per l'attività del Centro. "Oltre a occuparci della cura e riabilitazione degli animali - dice la responsabile Laura Pireddu - uno dei nostri compiti principali è fare educazione ambientale e sensibilizzare la popolazione e i pescatori locali. La collaborazione con l'Ente Parco dell'Asinara e l'Università di Sassari sta dando i risultati sperati e sono sempre più frequenti le segnalazioni. Non è soltanto importante che la gente sia informata su cosa deve fare se trova un animale in difficoltà, ma che sia abituata ad osservare nel modo corretto gli animali e a riferire ai centri come il nostro della loro presenza. Al momento nelle nostre vasche per l'ospedalizzazione oltre a Green ci sono quattro Caretta caretta, ma ci attrezzeremo anche per i cetacei. Sono sempre più frequenti infatti le segnalazioni di Tursiopi e stenelle e a ottobre partiremo con un progetto di monitoraggio di questi cetacei".

 

(La Repubblica)