"Così ridisegnerò la mia Genova"

Renzo Piano e il suo progetto per la metropoli del futuro:
«Una monorotaia e tanti ascensori per unire la città».

Renzo PianoGENOVA, 26 giugno 2007. - «Con gli anni scopri di avere radici che non si sono mai spezzate. Da giovane non te ne rendi conto, eppure mentre disegnavo i tubi del Beaubourg avevo il porto di Genova nell’anima, nel cuore, nella mente». Oggi Renzo Piano, genio italiano dell’architettura, ha un sogno tenero e tenace: lasciare in eredità una città, la sua città, restituita a una dimensione umana di vita e di speranza, di lavoro e di grandezza europea.

Vuole salpare su una barca ancorata accanto al Museo del Mare per un viaggio creativo, con una ciurma dei giovani architetti e ingegneri più brillanti reclutati nelle università di tutto il mondo. Per «approdare», dopo 15 anni di lavoro, ai moli che puliscono il mare della Genova che sarà. Progetto e barca si chiameranno appunto GeNova, «per riallacciarmi al logo del 2004, quando la città è stata capitale europea della cultura». Ma nel suo bozzetto la V svetta in un ricciolo che diventa ala di gabbiano nel cielo, su uno sfondo di sottili alberi e pennoni.

 

Corpo fragile

«Fernand Braudel diceva che Genova è una città dal corpo fragile - ricorda Piano - stretta tra un mare troppo profondo e montagne troppo alte, ma non si smette mai di averla sotto la pelle questa cava d’ardesia, come la definiva Paul Valèry».

La città antica è «un ventre materno» cui il brillante maestro ritorna portandosi dietro, per il suo sogno, tre compagni che lo affiancheranno in alcune tappe della navigazione dell’«Urban Lab». il laboratorio di urbanistica: Richard Rogers, con cui progettò il Centre Pompidou, oggi chief advisor del sindaco di Londra Ken Livingston, il catalano Oriol Bohigas cui si deve la nuova Barcellona, e Amanda Burden, responsabile dell’urbanistica di New York.

Consulente del sindaco Marta Vincenzi, Renzo Piano sarà il coordinatore dei trenta progetti che poi confluiranno per costruire il mosaico del nuovo piano regolatore. «Senza nemmeno una colata di cemento», come promette l’architetto genovese.

«Disegnerò l’idea della città, partendo dall’immediata necessità di un trasporto pubblico adeguato, in grado di liberare il centro dalle auto, lasciate nei parcheggi di cornice». Cinque le soluzioni individuate: «Una monorotaia per sostituire la Sopraelevata, la strada che sovrasta come un balconata il porto ma crea una barriera verso il mare. Utilizzando lo stesso sedime, perché siamo genovesi e non si butta via niente, otterremo un impatto visivo e acustico inferiore venti volte a quello attuale, senza rinunciare alla visione dall’alto che incanta chiunque arrivi in città.

Poi la creazione di una metropolitana di superficie che attraversi Genova, da Levante a Ponente, recuperando binari ferroviari già esistenti. Svilupperemo il trasporto via mare, all’interno della diga foranea, dal quartiere fieristico sino a Ponente. Infine, i percorsi inclinati, i collegamenti con la città alta, grazie a funicolari e ascensori». «Nel mio piccolo in questo senso ho già cominciato» dice, riferendosi alla cremagliera costruita per raggiungere il suo studio che domina il mare di Vesima.

 

Gli alberi

In questa visione di crescita sostenibile ci sono 10 mila alberi da piantare in nuovi parchi collocabili nei quartieri da rivitalizzare, ma anche i nuovi moli «che catturano l’energia del mare e ossigenano l’acqua, pulendo così il porto».

Già, perchè il porto resta il fulcro di qualsiasi rinascita, sviluppo e rilancio internazionale genovese. «Ci riproverò finchè avrò fiato» dice Piano, riferendosi alle polemiche seguìte al suo Affresco per ridisegnare lo scalo marittimo. «Il porto è da secoli il motore di Genova ma ha bisogno di connettersi con l’entroterra. Ecco la necessità del Terzo Valico per sviluppare il trasporto su gomma. Le idee che offriamo sono l’ampliamento e il rinforzo degli spazi e soprattutto la trasformazione da un porto container a un porto fabbrica. I giovani realizzeranno i progetti e la politica farà le sue scelte, perché politica viene da polis, città». La prima urgenza? «L’aeroporto, questo non regge più, funziona grazie a deroghe che non possono essere mantenute».

Il sogno di Piano ha un primo risveglio concreto: un concorso internazionale da realizzarsi entro l’anno. Intanto il presidente dell’Autorità portuale, Giovanni Novi, ha promesso di trovargli la barca per il viaggio nel futuro. La presentazione italiana del libro di Al Gore sulla mistificazione dell’informazione «L’assalto alla ragione. Un manifesto per la democrazia» (Tipi di Feltrinelli) potrebbe essere organizzata a Genova. È una delle iniziative annunciate ieri, in occasione della prima seduta del consiglio comunale, da Carlo Freccero, consulente del sindaco Marta Vincenzi per la promozione e l’immagine della città. «I contatti con l’editore ci sono, ora occorre trovare gli sponsor» ha detto Freccero, che affianca il sindaco insieme con Renzo Piano e Maurizio Maresca.

 

(La Stampa)