Lo stupore del mondo e le tasse
Dopo l'apocalisse. Di Emanuela Medoro.

27 luglio 2009. - Apprendo dalla stampa locale, nello stesso giorno, notizie contrastanti e profondamente diverse.

Il Presidente del Consiglio si dichiara decisamente soddisfatto dei progressi della ricostruzione delle case nella città dell'Aquila, presto infatti le case del cantiere di Bazzano, quelle costruite su piastre antisismiche, saranno pronte per essere abitate dai felici proprietari, che le avranno complete di biancheria ed elettrodomestici.

Tanto soddisfatto da dichiarare che queste case stupiranno il mondo, Cina compresa, per la rapidità della costruzione e la bellezza. Evidentemente la Cina ha superato gli USA anche come riferimento per miracoli economici e magie tecnologiche. Magie prodotte anche dalla continua presenza del Presidente nelle zone cantieri, visto che, come Lui disse, l'occhio del padrone ingrassa il cavallo. Noi aquilani, diventati in una notte più o meno sudditi di un padrone, sovrano assoluto, onnipotente e miracoloso, dovunque dislocati, sotto le tende della città, nei residence e negli hotel della costa, non possiamo che rallegrarci e partecipare a tanta augusta gioia.

Alla grande gioia per gli stupefacenti miracoli del Presidente del Consiglio e della sua straordinaria tecnologia, si aggiunge, però, la notizia che i sindaci (ma che ingrati guastafeste!!!) della zona del terremoto, a cominciare dal Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, vogliono, con gesto simbolico, restituire la fascia tricolore al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come atto di protesta perchè a tuttora è certo che gli aquilani dovranno restituire i benefici fiscali di cui stanno usufruendo in questo periodo di disastro, al 100% a partire dal 1 gennaio 2009 in 24 rate, cosa veramente gravosa e deleteria per una città distrutta. Ricordo che in Umbria i beneficiari dello stesso provvedimento hanno restituito il 40%, dopo 10 anni.

A nulla sono valse le rassicurazioni, solo verbali, del volenteroso Presidente della Regione Chiodi, che ha promesso ordinanze ad hoc, a favore degli aquilani. Ma che cocciuti questi sindaci, poverini, così privi di fiducia verso il grande benefattore da non credere a tante belle promesse!

Per farla breve, il governo ci ha gonfiato un pochino il conto corrente, senza però darci la possibilità di toccare quel danaro, neppure per ricomprare le cosette di casa, stoviglie, bottiglie e tutto quanto di fragile è finito sul pavimento in frantumi, quella orrenda notte.

E' certo che le entrate mensili saranno falcidiate dalle rate della restituzione a partire dal gennaio prossimo venturo, e dunque è bene tenersi ben stretti i soldini in più per sopravvivere anche all'epoca della restituzione, insomma per arrivare alla fine del mese quando le entrate diminuiranno.

Ma perchè ce li hanno dati? Che razza di operazione è questa? Ci danno dei soldi, ma non li possiamo gestire con tranquillità. Si parla di beffa, stangata, presa in giro, offensiva imposizione fiscale.

Altro grande motivo di discussione sono i criteri di assegnazione delle case realizzate, belle e miracolose sì, ma pochissime a fronte del fabbisogno reale, al grandissimo numero vero di persone che ancora sono sotto le tende, o a soggiorni obbligati a tempo indeterminato. Per questo si teme un autunno caldissimo, una feroce guerra tra disperati nullatenenti.

Insomma i sentimenti di noi poveri aquilani sono fortemente contrastanti, vanno dalla felicità dei fan del geniale benefattore per la sicura ricostruzione, per l'efficienza di tutti gli interventi, alla più profonda sfiducia dei tanti, troppi senza tetto, senza nulla, e di quelli che ritengono assolutamente insufficienti per la ricostruzione del centro storico le cifre previste dal decreto, e profondamente ingiusto il fatto che non ci saranno nuove tasse per la ricostruzione.

Una cosa è certa, il Presidente del Consiglio un bel risultato lo ha raggiunto, ha radicalizzato le opinioni dei suoi fan e dell'opposizione, al punto tale che mentre prima normali chiacchierate erano possibili fra persone diverse, ora non possono più accadere. Le differenze del modo di vedere si sono allargate, approfondite, hanno fatto emergere quelle posizioni etiche e culturali che non si possono cambiare, che fanno le persone, in modo tanto esplicito da rendere impossibile dialoghi fra diversi. Nonostante tutto, dobbiamo mantenere la forza dell'ottimismo della ragione.

 

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